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27.07.2015 - 19:420
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Amaro debutto per il Lugano di Zeman

LUGANO - Zdenek Zeman, nell’atteso debutto del Lugano nella massima serie dopo 13 anni, come nella sua migliore tradizione, non ha guardato in faccia a nessuno e tanto meno ha prestato attenzione alla carta d’identità: escluso così dall’undici iniziale Padalino, dentro i giovani Pusic, Veseli e Milosavjevic. Il Lugano non ha mostrato tremori di gambe particolari, con Igor Djuric al centro della difesa bravo a prendere in mano le redini di un reparto arretrato rimasto orfano di Malvino. Se subire il San Gallo poteva essere nell’ordine delle cose, questo non è successo più di tanto ed anzi è stata la neopromossa a crearsi subito una grossa occasione, su cui solo l’istinto perfetto di ginocchio del portiere Lopar è stato in grado di fermare Bottani. Il San Gallo ha infilato però come una lama del burro la retroguardia luganese appena ha potuto, e Aratore ha sparato alle stelle. Nella ripresa, se ci si aspettava un calo da parte dei ragazzi di Zeman, esso non è arrivato. Anzi, forse ancor più nei secondi 45’ i bianconeri avrebbero meritato di portare a casa la posta piena o almeno un buon risultato, ma Lombardi, Josipovic e di nuovo Bottani non hanno trovato la via della rete. L’espulsione di Josipovic, poi però è stata pagata a caro prezzo, e il San Gallo, col suo cinismo da squadra che ormai è nella massima categoria da anni, ha punito due volte nel giro di quattro minuti Russo con la doppietta di Aleksic. Leggere in modo del tutto negativo la prestazione bianconera è difficile. Seppur in fase di rodaggio, con le mille incognite rappresentate dal debutto in una categoria nuova, l’addio di due pilastri come Basic e Malvino, l’impostazione tattica diversa, qualche trama tipicamente zemaniana si è intravvvista. Compresa, però, una difesa a volte troppo allegra: gioie e dolori, insomma, del calcio del boemo, anche se per divertirsi davvero serve più concretezza in attacco. In Challenge League, il Chiasso è ripartito da dove aveva terminato lo scorso campionato, ovvero dal Le Mont e dal campo di Baulmes. Il mantra ripetuto da tutti nella città di confine è quello della speranza di non soffrire come successo nelle ultime due stagioni. Il ricordo della pallida squadra zambrottiana non ha probabilmente ancora lasciato la mente dei tifosi, ma di quella formazione timida e pronta a disunirsi e perdersi alla prima difficoltà, abulica e incapace di segnare, è rimasto ben poco. Schällibaum, dopo la riconferma e con più tempo a disposizione, sta plasmando il suo Chiasso, votato decisamente all’offensiva. Una punta massiccia come Cortelezzi al centro dell’attacco, due compagni di reparto veloci e guizzanti come capitan Regazzoni e l’altro nome nuovo, Melazzi, a centrocampo a fianco del solo Maccoppi a far da metronomo nelle due fasi sono stati scelti Hassel e Mihajlovic, calciatori dalla conclamate caratteristiche offensive più che di contenimento. Il Le Mont, profondamente rinnovato, dopo una ventina di minuti ha iniziato a soffrire le folate rossoblu, e Monighetti in sforbiciata, Madero di testa (due volte) e Regazzoni sono andati vicino al gol. Nel secondo tempo, il pallino è rimasto in mano agli ospiti, ma i losannesi hanno fatto valere la grande esperienza di due fra i numerosi acquisti, Gygax e Hochstrasser: il primo ha colpito una traversa, il secondo con una parabola stranissima ha battuto Guatelli. Chiasso sotto, che però non si è squagliato, anzi si è gettato ancor più in avanti, giocando addirittura con un 4-2-4, e ha trovato il meritato pari con Melazzi, in gol al debutto. Poi, sbilanciato, ha rischiato nei minuti finali, portando a casa un pari che permette di partire muovendo subito la classifica. Per entrambe, settimana prossima è in programma il debutto casalingo.
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