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13.04.2016 - 18:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Una stagione da 7, per la prossima puntiamo al titolo»

Roland Habisreutinger e il giorno dopo la sconfitta. «Siamo delusi ma meno di ieri. Dare la colpa agli arbitri è troppo facile. Merzlikins ha giocato una finale incredibile»

LUGANO - Si è chiusa con le lacrime di molti, sul ghiaccio e sugli spalti, la Coppa in mano al Berna e il pubblico che, nonostante tutto, non smetteva di applaudire. Il Lugano non è riuscito a vincere il titolo, perdendo anche gara 5, a qualche ora di distanza abbiamo tracciato un primo bilancio col direttore sportivo Roland Habisreutinger.Quali sono le vostre sensazioni del giorno dopo?«Non siamo delusi come eravamo ieri subito dopo la partita. C'è ancora delusione ma è normale per 2-3 giorni, possiamo però essere orgogliosi di molte cose che abbiamo creato durante una stagione di successo, a partire dal primo novembre. Penso che non si deve pensare solo alla finale contro il Berna, che è stata molto intensa e ha permesso alle due squadre di fare una buona pubblicità dell'hockey svizzero. Anche in Coppa Spengler abbiamo mostrato un hockey straordinario, con un altro gioco, e sono felice di aver avuto un grande pubblico, che è rimasto composto e disciplinato di fronte alla delusione».Un voto alla stagione, da 1 a 10?«Non possiamo neppure esagerare, la prima parte del campionato fino alla fine di ottobre non è andata molto bene, quindi dico un 7. Se avessimo vinto sarebbe un 9, non va comunque dimenticato il periodo dove abbiamo faticato».Cosa vi è mancato in finale?«Un gol in quattro partite (ride, ndr)! Decisiva gara 2? Non sono d'accordo, penso che anche in gara 3 abbiamo avuto le nostre occasioni, come in gara 4 o 5: non dipende però dalle chance create bensì da quelle realizzate». Quanto hanno pesato gli errori arbitrali?«Non voglio prendere questa scusa. Certi errori non possono accadere, sono inammissibili, ma non dobbiamo scordare che in ogni partita avevamo altri 55' per decidere le sfide. La cosa più facile è arrabbiarsi con l'arbitro, dobbiamo cercare le colpe in casa nostra, se avessimo fatto dei gol prima degli episodi, gli errori ci sarebbero stati lo stesso, sarebbero stati inammissibili ma non decisivi. È troppo facile dire che è stata l'unica cosa che ha determinato la finale».Come ha detto Vicky Mantegazza, vi farete sentire in merito ai torti subiti?«Non c'entra solo l'arbitraggio, si dovrà fare un grande passo avanti in tutta l'amministrazione dell'hockey svizzero. In questa stagione c'è stata troppa pubblicità brutta, e uno sport che vuole essere il più bello in Svizzera non può permetterselo. Non voglio fare altri esempi, però, non è il mio stile, li diremo nelle sedi opportune».L'immagine che ha colpito sono state la lacrime di molti giocatori, in particolare giovani, un segno di attaccamento alla maglia e che ci credevano, concorda?«Bisogna capire la tensione vissuta durante tutti i play off. Era relativamente facile nei quarti, poi ogni giorno è diventato più difficile, con tante trasferte, tanti giorni via da casa e molti allenamenti. Arriva il momento in cui sei realmente deluso e triste, è bello vedere che tutta la squadra credeva nel titolo». L'obiettivo per la prossima stagione sarà il titolo?«Ciascuno nel proprio lavoro con i suoi obiettivi e i suoi sogni vuole fare un passo avanti. Ci sono 11 squadre che vogliono fare la stessa cosa, ovviamente non basta volerlo, servono grinta, disciplina, emozioni e lavoro. Sarà facile motivare la squadra arrivata seconda, avrà ancora fame. Quando si vince è più complicato motivare per ripetersi l'anno dopo».A voi dirigenti non piace parlare dei singoli, ma c'è qualcuno a cui va una nota di plauso? Magari Merzlikins?«In effetti lui ha giocato una serie di finale su un livello incredibile, non vogliamo nasconderlo. Ha fatto tutto bene, ha tenuto la squadra in gioco ogni partita, è indicativo il fatto che la partita in cui ha giocato meno bene è quella che abbiamo vinto. Lui, come altri, ha fatto un ottimo lavoro, lui ha portato qualcosa di più in finale, altri hanno fatto la differenza nei quarti e nelle semifinali. Altri nomi non ne faccio, non è giusto verso gli altri».Shedden avrà la squadra dall'inizio, cosa potrà dare ancora in più?«Ha preso subito la squadra in mano, assieme ai suoi assistenti, l'allenatore dei portieri, il preparatore, il massaggiatore, il responsabile del materiale, tutti. Dalla prima volta in cui è arrivato in spogliatoio ha trovato i tasti giusti, i ragazzi hanno ricominciato a credere nel loro modo di giocare e hanno capito che cosa voleva. Ora comincerà lui da agosto, ci vuole questa pausa sia per lui che per la squadra. Serve un po' di distacco per riflettere e analizzare che cosa si potrà fare meglio a partire dal prossimo primo luglio».
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