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Cronaca
02.09.2016 - 15:350
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

«Decisioni popolari calpestate senza arrossire». Il "compromesso" non piace

La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale propone una soluzione per applicare il 9 febbraio con preferenza indigena ma senza contingenti. La delusione di Chiesa e Marchesi

BERNA - Un compromesso: è il termine usato dal presidente della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale Heinz Brand. Essa oggi ha approvato, per 16 voti contro 9, una soluzione per applicare quanto votato dal popolo il 9 febbraio 2014, che non prevede né contingenti né quote, bensì misure da adottare quando l'immigrazione supera certe soglie. La manodopera indigena avrà la precedenza, e per manodopera indigena si intendono cittadini svizzeri e stranieri domiciliati in Svizzera, o almeno questo è il principio su cui si deve basare l'applicazione. Al Consiglio Federale toccherà il compito di trovare un modo per valorizzare queste persone, ed anche stabilire delle soglie a partire dalle quali i posti vacanti andranno comunicato. Per farlo, si baserà su fattori quali l'immigrazione, la situazione a livello di mercato del lavoro e la congiuntura. Nel caso in cui le misure fossero troppo poco efficaci e l'immigrazione dall'Unione europea e dall'AELS superasse un certo livello sul piano regionale o nazionale, sarà ancora il Consiglio Federale a dover promuovere altre misure, che se non fossero compatibili con l'accordo di libera circolazione verrebbero discusse da un comitato misto Svizzera/UE. L'UDC non ha perso tempo nel manifestare la propria delusione per la proposta della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale. Marco Chiesa ha postato su Facebook il suo disappunto. «A Berna si calpestano le decisioni popolari senza arrossire. Il 9 febbraio abbiamo votato il ripristino di una gestione autonoma dell'immigrazione. La soluzione approvata oggi dalla commissione è il classico gioco delle tre carte e non ci lascia, come svizzeri, alcuna autonomia nelle nostre scelte in ambito migratorio. L'Europa ci potrà dire se possiamo o non possiamo limitare la libera circolazione delle persone. Nessuna sovranità, nessuna indipendenza! Inaccettabile!!» Il presidente dell'UDC ticinese Piero Marchesi è altrettanto deluso. «La Commissione diritti politici propone un'applicazione del 9 febbraio completamente inefficace è irrispettosa della volontà popolare. Non è prevista nessuna gestione autonoma dell'immigrazione, nessun contingente e nessun tetto massimo. La proposta della maggioranza della commissione composta dai partiti di centro e dalla sinistra, dimostra la palese volontà di annacquare il concetto di preferenza agli svizzeri. Più o meno quanto succede in Ticino con il controprogetto di #PrimaiNostri, guarda caso proposto da chi? Proprio da chi non vuole mai privilegiare i nostri cittadini» .
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