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Cronaca
08.09.2016 - 10:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Pelli all'UDC, «forse sarebbe auspicabile un referendum sulla libera circolazione»

Secondo l'ex Consigliere Nazionale liberale, l'UDC sul 9 febbraio ha usato una tattica non riuscita per mirare alla disdetta degli accordi. E approva la proposta della Commissione delle istituzioni politiche

BELLINZONA - La tanto discussa proposta della Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale potrebbe essere efficace. Lo afferma l'ex Consigliere Nazionale Fulvio Pelli in un intervento sul Corriere del Ticino, dove velatamente invia un invito all'UDC a lanciare un referendum per la disdetta degli Accordi Bilaterali. Prima, il lato positivo: la proposta. «Il progetto, ripreso dal modello elaborato su incarico del Governo ticinese da Michael Ambühl, già segretario di Stato, si confronta soprattutto con il motivo più importante che crea insofferenza popolare verso i fenomeni migratori, quello del mercato del lavoro, e trascura invece altri obiettivi dell’iniziativa poiché in contrasto con una convenzione internazionale vincolante, quella sulla libera circolazione delle persone in ambito europeo. Introducendo un obbligo per i datori di lavoro di ricercare preliminarmente i propri collaboratori fra i residenti allorquando in una regione o in un settore economico la situazione si fa critica, il progetto riesce a proporre una regola che potrebbe rivelarsi parecchio efficace ma che non entra (troppo) in conflitto con le regole sulla libera circolazione delle persone. La burocrazia europea e i nostri vicini dovrebbero poterla digerire e se anche non lo volessero fare, ben difficilmente potrebbero rimproverare con successo alla Svizzera quale nazione di rimettere in discussione gli accordi sottoscritti». Poi Pelli spiega come l'UDC è pronto al lancio di un referendum contro gli accordi di libera circolazione. E a sorpresa, li incita. «Forse sarebbe anche auspicabile che lo facesse, perché una domanda infine chiara alla nostra popolazione, invece delle formule ambigue dell’iniziativa già votata, eviterebbe successive difficoltà interpretative: in caso di una risposta popolare positiva, sarebbe spazzato via ogni ostacolo alla reintroduzione di contingenti». Riflettendo sul 9 febbraio, «sorge una domanda: se quello di eliminare la libera circolazione delle persone era il vero obiettivo della prima iniziativa, perché i promotori dell’iniziativa in quel testo la proposta ora rivendicata non l’avevano formulata con chiarezza? Chiedendo rinegoziazioni con l’UE, che le rifiuta, e proponendo contingenti si è girato intorno al tema, senza però affrontarlo, con un atteggiamento che in Ticino viene definito da uregiatt"». Per Pelli, il popolo due anni e mezzo orsono «non ha voluto decidere di annullare tutto il pacchetto dei Bilaterali, sottoscritto con l’UE dopo una chiara decisione popolare», anche se fa intendere come probabilmente l'intento dell'UDC, con qualche trucchetto, fosse quello. «Non gli sta riuscendo, malgrado il successo popolare del 2014, di aggirare il quesito della libera circolazione fra europei senza chiedere l’annullamento della convenzione internazionale che l’ha introdotta. La sua tattica non sta pagando». Tattica, peraltro, giustificata. «Probabilmente che se si fosse detto chiaramente quello che allora si voleva, invece di tergiversare e/o tatticheggiare, forse la popolazione non avrebbe detto nella medesima misura quel sì che ha invece detto nel febbraio del 2014. Si sa che la disdetta della convenzione sulla libera circolazione delle persone comporterebbe l’automatico annullamento di altri accordi con l’Unione europea e quindi una situazione tutta nuova per la Svizzera». Dunque, un chiaro voto sui bilaterali potrebbe essere chiarificatore. Ma la soluzione della Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale va bene.
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