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Cronaca
16.01.2017 - 13:330
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Marchesi non ci sta, «passaporto svizzero venduto come il pane».

Per il presidente UDC, semplificare ulteriormente la procedura non è necessario. E l'islamizzazione? «Facciamo in modo che non siano dei neosvizzeri a volerla», mentre Marra offre 2000 franchi per un burqa

BELLINZONA - Che differenza c'è tra l'acquisire la nazionalità svizzera e l'acquistare un pezzo di pane, a livello di semplicità? Secondo il presidente dell'UDC Piero Marchesi, non molta. Almeno se il popolo desse ragione ai socialisti, votando a favore di una facilitazione della naturalizzazione degli stranieri di terza generalizzazione. La destra, ha scritto Marchesi su Facebook qualche giorno fa, ha speso tanto nella campagna contro la facilitazione della naturalizzazione. Oggi, in un intervento inviatoci in redazione, chiarisce ancora una volta quali sono le problematiche che vede, in caso di sì, tenendo presente anche il fatto che il PS svizzero ha invitato chi possiede un permesso B a richiedere l nazionalità entro il 2018 (da quella data in poi, lo potranno fare solo coloro che hanno fra le mani il permesso C). Oltretutto, Ada Marra si era scagliata contro i cartelloni a favore del no, che rappresentano una donna in burqa, offrendo 2'000 franchi a una straniera di terza generazione, dato che è a loro che l'atto si rivolge, che lo indossa. Ora, parola al presidente UDC. Prima di tutto, Machesi elenca un po' di numeri: «annualmente in Svizzera il saldo migratorio porta a un incremento medio della popolazione residente di circa 75'000 unità. Una nuova grande Lugano ogni 12 mesi, 365 giorni. Ogni anno sono 40'000 i cittadini stranieri che acquisiscono la cittadinanza svizzera seguendo la normale prassi, che già oggi concede agevolazioni alle persone nate e cresciute in Svizzera. Negli ultimi 30 anni ben 900'000 stranieri sono divenuti cittadini svizzeri. Nel 2014 l’ufficio federale di statistica registrava circa 338'000 musulmani residenti nel Paese con età superiore ai 15 anni, quasi 500'000 in totale. Ben il 35% di essi è in possesso di un passaporto rossocrociato». Per Marchesi, è la prova che dare un passaporto non vuol dire necessariamente integrare. La procedura, poi, è semplice. «Ai giorni nostri ricevere la cittadinanza svizzera non è poi tanto complicato. Basta seguire la prassi ordinaria, o la via agevolata per chi è nato, cresciuto e ha frequentato le scuole in Svizzera, dimostrare di essere integrato e l’ottenimento del passaporto è cosa fatta. Già la prassi attuale è per certi versi troppo scontata, dove con le varie revisioni della legge, si è trasformata in semplice atto formale. Capita non poche volte di leggere sui quotidiani che il tal Consiglio comunale decide di negare la cittadinanza a un richiedente straniero per motivi di mancata integrazione o per condanne, per poi veder smentita la decisione da qualche tribunale perché le valutazioni extra – amministrativa non è più concessa». Dunque, secondo il presidente dell'UDC, «non ci sarebbero dunque motivi affinché vi sia un ulteriore snellimento delle pratiche, eppure no. La sinistra, che è ben conosciuta per dare scarsa importanza ai criteri per l’ottenimento della cittadinanza svizzera purché si naturalizzi in modo quasi smisurato, lancia questo affondo atto a smantellare ulteriormente i più basilari requisiti, che permettono di differenziare la procedura per l’ottenimento del passaporto svizzero dall’acquisto del pane al negozio di paese». Per lui, «l’ottenimento della cittadinanza svizzera deve essere un atto profondamente importante, non relegabile a semplice formalità, come invece vorrebbe la sinistra, con il solito tacito consenso dei partiti di centro». E non è da sottovalutare la minaccia di islamizzazione dell'Europa e della Svizzera stessa, «che per la cronaca non sono così remote, è utile e intelligente fare in modo che si possa valutare chi veramente merita di essere definito svizzero a tutti gli effetti. Cosi facendo non escluderemmo completamente queste minacce, ma almeno limiteremmo al minimo che si possano verificare per volere di neo cittadini svizzeri. Sempre che non si ritenga che il passaporto elvetico sia un pezzo di carta insignificante e obsoleto».
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