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Cronaca
05.03.2017 - 17:030
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Cassis, "uno scontro di potere per 70 franchi"

Il Consigliere Nazionale ci scrive in merito al contestato bonus

di Ignazio Cassis*L’anno scorso quasi il 60% degli svizzeri ha respinto l’iniziativa popolare AVSplus. L’aumento a innaffiatoio del 10% delle rendite AVS è stato ritenuto troppo pericoloso per l’AVS, che dal 2014 è deficitaria e che senza riforme non sarà più solvibile dal 2030. In questi giorni discutiamo a Berna la riforma «previdenza vecchiaia 2020» che ha tre obiettivi. Il consolidamento finanziario di AVS e casse pensioni fino al 2030, l’adeguamento della previdenza ai cambiamenti della società (età dipensionamento flessibile, tempi parziali, nuovi modelli famigliari, eccetera) e la garanzia del mantenimento dell’attuale livello delle rendite. Inizialmente tutti i partiti avevano accolto questi obiettivi. Ma la musica è cambiata. Una coalizione di socialisti, verdi e PPD vuole ore imporre una «mini AVS plus»: un aumento di 70 franchi ai nuovi pensionati dal 2018. Inizialmente era pensato come mezzo per compensare la riduzione delle casse pensioni dovuta a una più lunga vita da pensionati. Ora che tale compensazione è risolta diversamente, è diventato un fine a sé stesso, un mantra! I giovani sono preoccupati, perché questa misura a innaffiatoio peggiora le finanze dell’AVS. Temono per le loro rendite. Poco importa, dice la sinistra, a cui il secondo pilastro non è mai piaciuto veramente. Basta aumentare l’IVA e le imposte! L’aumento di 70 franchi non è destinato a chi è già in pensione e nemmeno ai beneficiari di rendite AI. Questi 70 franchi mensili cambieranno poco per la maggioranza dei pensionati, mentre per i meno agiati si trasformeranno addirittura in beffa, perché essi perderanno il diritto alle prestazioni complementari che, diversamente dall’AVS, sono esenti da imposte. Tutti però, pensionati compresi, subiranno un rincaro dell’1% causato dall’aumento dell’IVA per finanziare i 70 franchi. Quindi ai più poveri meno soldi in tasca. Ma il colmo della beffa è che chi (come me) al 1. gennaio 2018 avrà almeno 50 anni, farà un doppio affare: al momento del pensionamento riceverà i 70 franchi senza vedersi diminuire la cassa pensione. Insomma: gravi disparità di trattamento! Sia il Consiglio federale, sia la maggioranza del Consiglio nazionale (UDC, PLR e verdi liberali) hanno sviluppato un modello che raggiunge i tre obiettivi menzionati senza strapazzare l’AVS. Ma la coalizione di sinistra è irremovibile. Il PLR ha tentato in ogni modo di gettare ponti, rinunciando ai risparmi più indigesti (come la restrizione delle rendite per vedove senza figli e l’abolizione delle rendite suppletive per pensionati AVS con figli minorenni). Nulla da fare. Questi 70 franchi sono ormai un mantra, sull’altare del quale si consuma uno scontro di potere. Un mantra che introdurrebbe un’AVS a due velocità con grossi problemi strutturali, che pagheranno i nostri giovani. La procedura si avvicina alla fine, per un compromesso ci vorrebbe un po’ di apertura. C’è perciò il rischio che la riforma non trovi una maggioranza nelle due Camere. Sarebbe davvero peccato concludere tre anni di lavoro con un nulla di fatto, vista la necessità di agire. Perciò continueremo a cercare un compromesso fino all’ultimo giorno. Consigliere nazionale PLR, editoriale di Opinione Liberale
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