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25.03.2017 - 22:260
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

"Prima o poi colpiranno anche in Svizzera". Ghiringhelli lancia una petizione online per proibire i movimenti islamisti

Non è molto ottimista sulla riuscita della raccolta firme da indirizzare al Consiglio Federale, ma ritiene che sia la misura preventiva efficace contro il terrorismo. "Ne gioverebbero anche i musulmani moderati"

BERNA – “Non mi faccio certo grandi illusioni sull’accoglimento di questa petizione, dato che i tempi non sono ancora maturi per fare quanto essa con lungimiranza chiede, ma se tutti stanno zitti il male trionfa (ricordate come il nazismo ha potuto crescere sfruttando le libertà della democrazia …?), per cui mi son deciso a fare questo piccolo ma concreto passo anche nell’intento di far riflettere”. Non crede, Giorgio Ghiringhelli, che la sua petizione online, indirizzata al Consiglio Federale, porti davvero a proibire i movimenti islamisti in Svizzera, ma ci prova.

“Prima o poi gli atti terroristici toccheranno anche la Svizzera”, prevede, deplorando l’immobilismo dei governi europei.

“Chiedo, quale misura preventiva, di proibire le attività dei movimenti islamici integralisti in Svizzera (mi riferisco in particolare ai salafiti-wahabiti ed ai Fratelli Musulmani) e di chiudere le loro moschee , i loro centri cosiddetti “culturali”e le loro associazioni”.

È altresì convinto che i musulmani moderati temano questi movimenti estremisti, e che una probizione a livello svizzero gioverebbe anche a loro.

Ecco il testo della petizione, online su charge.org.

“La radicalizzazione dei musulmani moderati in Occidente è opera specialmente dei movimenti islamisti integralisti, come quello dei salafiti-wahabiti e dei Fratelli Musulmani, i quali per raggiungere il loro scopo di colonizzare l'Europa e di  sostituire la democrazia con la sharia (facendo proselitismo e cercando di reislamizzare i musulmani laici e progressisti  impedendo così  la loro integrazione nella società occidentale) dispongono di mezzi finanziari ingenti per costruire e gestire moschee, centri "culturali" islamici  e una fitta rete di associazioni. In questi ambienti di fanatismo religioso si crea l'humus che dà origine a violenze e terrorismo (come in quella moschea di Winterthur dove qualche mese fa l'imam invitava i "fedeli" a uccidere i musulmani non praticanti).

Quindi, nell'interesse degli stessi musulmani moderati, che hanno paura di questi movimenti islamisti, occorre proibire la residenza e l'attività in Svizzera di questi movimenti integralisti che costituiscono un pericolo per la sicurezza del Paese e minacciano la pace religiosa  e sociale, e occorre pure chiudere le moschee ed i centri "culturali" da essi gestiti e dichiarare fuorilegge le loro associazioni. Già nella Costituzione federale del 1848 vi era un divieto di residenza in Svizzera per i gesuiti, in quanto dopo la guerra del Sonderbund erano ritenuti a torto o a ragione un pericolo per la pace religiosa . Tale divieto venne tolto dal popolo solo nel 1973.  A maggior ragione , se non si vuole che il terrorismo e il fanatismo religioso si diffondano anche nel nostro Paese, si dovrebbe dunque  emettere un divieto di residenza in Svizzera per i movimenti islamisti che sfruttano la libertà di religione per perseguire scopi politici e diffondere un'ideologia totalitaria e antidemocratica”.

Per ora, le firme raccolte sono poco meno di 250.

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