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29.09.2015 - 23:580
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Ecoincentivi: chi paga se qualcuno imbroglia?

Interrogazione di Michele Foletti, granconsigliere Lega dei Ticinesi

È notizia degli scorsi giorni che alcune case automobilistiche siano riuscite a far certificare come rispettosi delle norme sull’emissione di CO2 alcuni loro modelli diesel in vari paesi e con differenti regolamentazioni grazie all’utilizzo di centraline dotate di software capaci di eludere i test ufficiali e certificare così emissioni di CO2 significativamente inferiori alla realtà. In Svizzera è l’USTRA che valuta il valore di emissioni di CO2 dei veicoli venduti, basandosi sulla documentazione fornita dall’importatore che deve certificare la conformità alle prescrizione UE presentando il cosiddetto CoC (certificate of conformity). Lo scorso 28 febbraio l’USTRA in un comunicato dichiarava:“Nei giorni scorsi l’USTRA ha effettuato approfonditi accertamenti in merito a possibili irregolarità su veicoli diesel, analizzando le ultime notizie pervenute da venerdì. Per motivi di tutela dei consumatori e di protezione ambientale, l’Ufficio sta adottando provvedimenti per impedire l’arrivo sulle strade svizzere di altri veicoli potenzialmente coinvolti. Stando agli ultimi risultati, secondo le stime dell'USTRA sarebbero circa 130 000 i veicoli eventualmente interessati e in circolazione in Svizzera. Al momento si tratta esclusivamente di modelli del gruppo Volkswagen costruiti da Audi, Seat, Skoda e Volkswagen tra il 2009 e il 2014 (solo EURO 5) ed equipaggiati con motori diesel 1,2TDI, 1,6TDI e 2.0TDI. Intanto perseguono le indagini per chiarire se e quali tipi di veicolo sono realmente dotati di software truccato”.Nel frattempo continuano le indagini delle varie autorità nazionali per verificare se vi siano altri modelli di altre marche che hanno ottenuto la certificazione eludendo i controlli di certificazione. Il regolamento di applicazione della Legge Cantonale sulle imposte di circolazione recita: Ecoincentivi a) Coefficiente di moltiplicazione Art. 1b 1. L’imposta delle automobili entrate in circolazione per la prima volta a partire dal 1° gennaio 2009 è data dall’importo calcolato in base all’art. 1 cpv. 1 lett. e) della legge, moltiplicato per il corrispondente coefficiente di moltiplicazione indicato nell’allegato 1 del presente regolamento. 2. Il valore di emissione di CO2 determinante è quello figurante sull’approvazione del tipo, rispettivamente sulla scheda tecnica. La Sezione circolazione è incaricata di emanare Direttive per il calcolo delle emissioni di CO2, come pure per la definizione dei codici di emissione. 3. La modifica dell’imposizione è sempre possibile sulla base di nuovi elementi accertati. Il coefficiente di moltiplicazione può avere effetti importanti per la determinazione dell’imposta annuale. Ad esempio un veicolo del peso di 1430 Kg e con una potenza di 137 kw se immette tra 96 e 130 gr/m di CO2 pagherà 254 franchi, se invece ne immette più di 130 pagherà 508 franchi all’anno. Una differenza importante che – alla luce delle rivelazioni di questi giorni – pone alcune questioni, giacché basta una differenza del 10% sui valori di emissione per ridurre del 40% l’imposta dovuta. Alla luce di questa situazione di incertezza mi permetto di chiedere al lodevole Consiglio di Stato: 1. È già stata fatta una stima dei veicoli immatricolati in Ticino che potrebbero non essere conformi alle norme sulle emissioni di CO2? 2. Quanti sono i veicoli immatricolati in Ticino la cui certificazione potrebbe essere stata manipolata dichiarando un tasso di emissioni di CO2 inferiore alla realtà? 3. Dato che l’imposta di circolazione è calcolata anche in base alle emissioni di CO2 al chilometro, il Consiglio di Stato è in grado di ipotizzare a quanto ammonta l’elusione dell’imposta di circolazione avvenuta grazie a certicazioni fraudolente? 4. È al momento ipotizzabile una qualche azione tesa a tutelare Il Cantone dagli effetti di questa frode? Con ossequioMichele Foletti
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