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06.10.2015 - 12:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Asilo, è ora di tornare alle origini

di Alain Bühler, Candidato al Consiglio nazionale GUDC

C’è chi la politica la fa in modo proattivo, tentando di prevenire eventi e lavorando con gli occhi fissi all’orizzonte per migliorare la vita di tutti i cittadini, altri invece preferiscono che i fatti gli piombino addosso per poi agire mentre passano il loro tempo a guardarsi la punta delle scarpe. Non ci sono pressioni ai confini dal punto di vista migratorio oggi? Allora non esiste il “problema asilo”. Ma negare, oggi, l’esistenza di questa problematica è insensato e assurdo. Le immagini delle calche di persone a ridosso dei confini europei a Est le abbiamo viste tutti, come anche la moltitudine di persone sbarcate sulle coste italiane. Come non notare poi il panico che aleggia tra gli stati europei, tra chi erige in fretta e furia barriere fisiche e chi sospende fino a data da destinarsi gli accordi di Schengen. Solo la Svizzera decide di non decidere, fino a quando non si accorgeranno che solo noi non abbiamo agito. Allora questi flussi migratori si dirigeranno verso il nostro Paese con tutte le conseguenze del caso: assembramenti ai confini, centri di registrazione intasati, problematiche sociali e di sicurezza, per non parlare dei costi. Per questo motivo la questione del Diritto di Asilo, che lo si voglia o meno, è un tema da affrontare subito, ci sono distorsioni portate avanti dalla Consigliera federale Simonetta Sommaruga, con il sostegno della Sinistra e dei partiti di centro, che vanno corrette immediatamente. Il Diritto d’Asilo originario che si basa sulla Convenzione di Ginevra dichiara che un rifugiato ha diritto all’asilo nel caso di fondato timore di persecuzione dovuta alla sua discendenza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale o opinione politica. In nessun caso si menziona il miglioramento della propria situazione economica, proprio perché alla base del diritto di ottenere protezione da un Governo straniero sta “l’essere in pericolo di vita”. Inoltre è un diritto provvisorio, che viene revocato quando la situazione torna normale nel paese di provenienza. Oggi invece il Diritto all’asilo viene, nella gran parte dei casi, sfruttato al fine di immigrare in Svizzera in via definitiva e molti ci sono riusciti in questi anni. Per tutto questo dobbiamo ringraziare, oltre che il nostro Governo a Berna, anche la Corte europea dei Diritti dell’Uomo che sentenza su sentenza, ha modificato profondamento le prassi in ambito di asilo permettendo, di fatto, di sfruttare questo importante aiuto per stabilirsi in Svizzera in modo definitivo con tutto il sostegno da parte dello Stato, aiuto che per inciso non percepisce chi immigra nel nostro Paese tramite i canali tradizionali e si suda sin da subito il diritto a stabilirsi in Svizzera. Nessuno vuole eliminare questo importante strumento di protezione, rinnegando di fatto la Convenzione di cui siamo depositari. Qui si tratta di rendersi conto che le cifre degli ultimi anni non sono la normalità, il flusso di immigrati dal Nord Africa e del Medio Oriente è in continua ascesa da lustri ormai e la “Primavera araba” prima e la crisi siriana poi non hanno fatto che peggiorare la situazione, ma tra gli individui che si presentano ai nostri confini, una buona parte sono persone che non dovrebbero nemmeno entrare in linea di conto per una richiesta di asilo ai sensi del diritto internazionale cogente. Quando richiediamo, noi dell’UDC, di riprendere il controllo alle frontiere non è per erigere un muro e non far passare più nessuno, ma è proprio per avere un maggior controllo su chi mette piede in Svizzera, esaminare ogni caso e a dipendenza della circostanza attribuire lo statuto di “rifugiato” o espellere l’individuo. La Confederazione elvetica non è, in ogni caso, responsabile dei conflitti e delle crisi umanitarie che scoppiano ad ogni piè sospinto, ci adoperiamo però da sempre nell’aiutare queste persone sul posto, tramite l’aiuto allo sviluppo. Per quanto attiene al Diritto d’asilo attuale, è imperativo tornare a ciò che era originariamente e mettere finalmente la parola fine a prassi insostenibili e inaccettabili.Alain Bühler, Candidato al Consiglio nazionale GUDC
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