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02.01.2016 - 19:430
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Risanare senza raddoppiare: si può!

di Sinue Bernasconi, candidato PLR Consiglio comunale Mendrisio

Da diversi anni mi batto contro il Raddoppio del tunnel autostradale del San Gottardo, certo del fatto che una sua realizzazione porterebbe ancor più traffico nel già caotico Sottoceneri. Non sono l’unico. Molti Ticinesi temono le conseguenze nefaste del Raddoppio in termini di sanità e mobilità. Quanto più ci si avvicina alla votazione, tanto più le argomentazioni dei contrari fanno breccia, mostrando anche l’altro lato della medaglia, facilitati anche (bisogna riconoscere l’assist) dalla debolezza delle tesi dei paladini del Raddoppio che si stanno, una ad una, sciogliendo come neve al sole. In primis, il paventato isolamento del Ticino è risultato una bufala, come attestato dal rapporto dell’USTRA (Ufficio federale delle strade) del 19 novembre e dalla conseguente analisi degli esperti di RailValley. Difatti, il tunnel può essere risanato senza nessuna chiusura prolungata (con circa 250 milioni) ed essere euro-compatibile, come lo sarà il tunnel austriaco dell’Arlberg (“gemello” del Gottardo; per un raffronto esaustivo cfr. railvalley.org), attualmente in fase di risanamento, che non prevede i dispendiosi interventi relativi all’aumento della pendenza laterale dello 0.5% e l’innalzamento della soletta di 30 cm (come invece si vuole fare al Gottardo). È sempre l’USTRA a smontare un altro argomento dei favorevoli, dimostrando che le superfici necessarie ai cantieri per il Raddoppio corrispondono in realtà a oltre quattro volte quelle che sarebbero occupate dalla “soluzione del trasbordo”. Ciliegina sulla torta: l’USTRA afferma che la galleria potrà essere mantenuta in esercizio in sicurezza sino al 2035, ossia 10 anni in più rispetto a quanto precedentemente affermato! Come si spiegano tutte queste imprecisioni? A molti appare sempre più evidente il fatto che l’emergenza del risanamento, e gli scenari apocalittici descritti da alcuni fautori del Raddoppio, siano in realtà un teatrino montato ad arte per tornaconto personale e di categoria. È mia convinzione che la regione del Sottoceneri voterà compatta, da Sinistra a Destra, contro la costruzione di un secondo tubo. Perché ne abbiamo abbastanza del traffico cronico, di perdere mesi della nostra vita incolonnati nel traffico e di subire le sue ripercussioni nocive sulla salute. Perché ne abbiamo abbastanza dello stress e della malsana frenesia che permea totalmente le nostre vite. È ora di convogliare le risorse pubbliche in progetti che mirano a una riduzione del traffico stradale, non a un suo potenziale aumento. Viviamo in una società che dispone di risorse limitate. Pertanto dobbiamo operare delle scelte. Ci troviamo innanzi a due opzioni mutuamente esclusive: possiamo scegliere di destinare 3 miliardi di franchi alla costruzione del Raddoppio (per vederlo ultimato tra vent’anni), oppure possiamo decidere di risanare il tunnel esistente (con 250 milioni) e destinare il restante a progetti e misure che mirano a ridurre il traffico già da oggi (P&R, potenziamento mezzi pubblici interni e transfrontalieri, corsia preferenziale in dogana in funzione dell’occupazione del veicolo, piani di mobilità aziendale, condivisione dell’auto, bus aziendali, borsa dei transiti alpini, mobilità dolce e intermodale, borse carichi, piani viari e d’agglomerato, etc.). Su un fatto dobbiamo essere bene in chiaro prima di votare: nel caso in cui scegliessimo di finanziare il Raddoppio sottrarremmo enormi risorse a progetti e misure il cui scopo è ridurre traffico e inquinamento. In effetti, il Finanziamento speciale al traffico stradale (FSTS), grazie al quale si vuole finanziare il Raddoppio, sarà intimamente legato al Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA) tramite un meccanismo di compensazione. Il Consiglio federale prevede che risorse finanziarie potranno essere travasate dal FOSTRA al FSTS, penalizzando così progetti che mirano a ridurre il traffico, come ad esempio la Bellinzona-Locarno (collegamento non urgente secondo il Consiglio federale, non essendo stato inserito tra le opera da finanziare tramite il FOSTRA!) e la terza corsia tra Lugano e Mendrisio. Purtroppo, le prospettive del FSTS sono tutt’altro che rosee: entro il 2030 si prevede un deficit di 15 miliardi, che si tamponerà coll’aumento del supplemento fiscale sugli oli minerali (benzina e gasolio, per intenderci). Votando NO al Raddoppio il prossimo 28 di febbraio si chiede semplicemente a Berna 1) di attuare seriamente la politica di trasferimento, sino a raggiungimento dell’obiettivo di 650mila transiti annui e senza provocare perdite miliardarie alle FFS 2) di analizzare, visti i recenti sviluppi, varianti di risanamento meno dispendiose e meno penalizzanti per il Ticino, ad esempio approfondendo le proposte avanzate dai gruppi “risanare senza perderci”, RailValley e Iniziativa delle Alpi. Le risorse a disposizione dello Stato saranno sempre meno. Le sfide sempre maggiori, come pure le attese da parte dei cittadini. Solo spendendo ogni franco pubblico con responsabilità e puntando al miglior rapporto costi-benefici potremo garantire, a noi e alle prossime generazioni, un futuro sostenibile e di qualità. Oggi, la priorità del Ticino a livello di mobilità è di trovare soluzioni tempestive e innovative al problema del traffico cronico. Scegliendo d’investire nel Raddoppio sottrarremmo enormi risorse a progetti che mirano proprio a ridurre il traffico, vera piaga per il nostro amato Ticino e per i suoi abitanti.Sinue Bernasconi, candidato PLR al Consiglio comunale di Mendrisio
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