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21.02.2016 - 16:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Nuova legge sui negozi: adattiamoci alla nuova era!

di Alessandro Spano, presidente GLRT

La nuova Legge sull’apertura dei negozi, sulla quale saremo chiamati a esprimerci il prossimo 28 febbraio, è il frutto di un lungo e tortuoso percorso per cercare di adattare alla realtà del 2016 l’ormai superata Legge di fine anni ’60. Si tratta di un tema che vede al centro un annoso scontro prevalentemente ideologico. Un contenzioso che contrappone, da un lato, chi è favorevole alla (modesta, in questo caso) estensione degli orari di apertura dei negozi, con potenziali e benefiche ricadute economiche per commercio e turismo, a chi, dall’altro, vi si oppone a causa delle preoccupazioni (certo legittime) per le possibili ricadute negative sul personale di vendita e sulle condizioni di lavoro. Proprio in questo senso, il Gran Consiglio ha introdotto, con un solo voto di scarto, l’articolo 23, che prevede l’adozione di un contratto collettivo di lavoro (CCL) di obbligatorietà generale per il settore della vendita quale vincolo per l’effettiva entrata in vigore della legge. Un’aggiunta alquanto discutibile - soprattutto per le modalità con cui è stata adottata, ignorando la giurisprudenza del Tribunale federale e una perizia commissionata dallo stesso Gran Consiglio - ma che potrebbe essere utile per conciliare i due fronti contrapposti. Federcommercio, prima “punzecchiata” e poi chiamata ufficialmente in causa dal sindacato OCST, ha recentemente confermato in una lettera aperta (cfr. CdT dell’8 febbraio) che non si opporrà al vincolo del CCL previsto dalla legge, dicendosi disponibile a partecipare alle future trattative tra le parti sociali. L’impegno assunto dall’associazione dei piccoli e grandi commercianti ha, quindi, una valenza importante. Alle parole dovranno ovviamente corrispondere i fatti, che non potranno prescindere da un’ampia convergenza e responsabilità anche da (tutta) la parte sindacale. Un bel segnale per il paese, insomma. In attesa di vedere quello che accadrà su questo fronte, non va assolutamente dimenticato che la proposta di Legge in votazione prevede un adeguamento moderato delle aperture, ma soprattutto maggiore chiarezza e uniformità del quadro giuridico, ora caratterizzato da una giungla di deroghe ed eccezioni. Si tratta dei punti centrali per i quali appare necessario adottare questa legge, indipendentemente dalle trattative per un CCL. Una legge che permetterà di adeguare le condizioni quadro del commercio all’economia attuale e alle moderne esigenze dei consumatori, che sono ben diverse da quelle del ’68, anno dei movimenti di contestazione, della Primavera di Praga e dell’assassinio di Kennedy… .Alessandro Spano, presidente Giovani Liberali Radicali Ticinesi
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