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02.05.2016 - 09:400
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Efficace e pragmatica la riforma della Legge sull’asilo

di Marco Romano, consigliere nazionale PPD

La questione migranti è senza dubbio una delle sfide attuali più difficili per il continente europeo. Mentre numerosi Stati attorno a noi hanno totalmente perso il controllo della situazione, la Svizzera sta gestendo il fenomeno con pragmatismo ed efficacia. Una soluzione nell’immediato è utopica, motivo per cui l’approccio fondamentale è una gestione pragmatica, nel solco della nostra tradizione umanitaria. Proprio chi la scorsa estate criticava urbi et orbi il disastro italiano e greco, penso alla Germania e all’Austria, oggi si trova nella medesima situazione. Migliaia di migranti non registrati, controlli sanitari non capillari, procedure carenti; senza dimenticare la totale insufficienza logistica, così come le difficoltà nel gestire la quotidianità dei migranti (accoglienza, formazione, integrazione, ecc.). Questi Paesi guardano oggi alla Svizzera con una notevole invidia. In ritardo cercano di sviluppare una legislazione in materia e mettere in piedi le procedure necessarie per controllare i migranti. La Svizzera ha una Legge sull’asilo funzionante e funzionale. Negli ultimi anni, proprio perché il fenomeno muta costantemente, è stata adeguata numerose volte. L’ultima stretta di vite – a beneficio di chi necessita realmente di protezione e per dissuadere chi non presenta motivi validi – è stata approvata dal Popolo nel 2013 con uno schiacciante 78% di consensi. Allora avevano lanciato il referendum le forze politiche di sinistra. Il risultato è stato netto e ora esse sostengono con pragmatismo le nuove modifiche. Il 5 giugno prossimo voteremo di nuovo sul tema. Questa volta la proposta di gettare al vento gli ultimi adeguamenti apportati alla Legge e al sistema di gestione dei migranti arriva da destra, dall’UDC sola contro tutti. Un referendum politico/partitico, lanciato durante la campagna elettorale delle Federali 2015. Pericoloso soprattutto perché se dovesse venire accettato la Svizzera si troverebbe con una legge monca. Questo proprio nelle settimane in cui potremmo essere confrontati a situazioni difficili da gestire. Oggi non sappiamo quanti arrivi ci saranno agli inizi di giugno, anche se le prognosi degli esperti lasciano presagire un aumento. Un rifiuto della riforma potrebbe avere un effetto di attrazione verso il nostro Paese. Dal 2011 tutte le forze politiche chiedono di snellire e coordinare al meglio le procedure. Tramite centri federali, con un maggiore impegno della Confederazione e un sensibile sgravio per i Cantoni (fondamentale per il Ticino), si riducono i tempi di procedura, concentrando sotto uno stesso tetto tutti gli attori del sistema. Procedure rapide per aiutare chi ha diritto a rifugio e protezione, dissuadere chi approfitta, ridurre i tempi e di conseguenza i costi. La critica alla consulenza giuridica offerta ai richiedenti è fuorviante; permette infatti di ridurre sia i tempi sia il numero di ricorsi, aumentando così la qualità delle decisioni e riducendo i costi. Al contrario di quanto predica l’UDC non saranno necessari espropri per realizzare i centri, tutte le strutture esistenti lo dimostrano. Meglio avere tutti i richiedenti in una struttura o averli sparsi in appartamenti e alberghi di città o villaggi? Il referendum è veramente fuori luogo. Il modello contestato è stato testato per due anni in uno specifico centro federale a Zurigo: i risultati sono molto positivi e le statistiche lo confermano. Il prossimo 5 giugno SI alla riforma della Legge sull’asilo!Marco Romano, consigliere nazionale PPD
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