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11.05.2016 - 00:530
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Una pianificazione da bocciare per salvare gli ospedali di valle

di Davide Buzzi

Eccoci arrivati alle ultime fasi di una discussione lunghissima sui destini degli ospedali di Valle, e del nostro in particolare. Una discussione cominciata ben prima che il governo presentasse il messaggio sulla pianificazione ospedaliera (maggio 2014) e il Parlamento lo accogliesse (ottobre 2015)!!! – quasi un anno e mezzo a testimoniare della difficoltà della cosa. Una discussione cominciata già all’inizio dell’autunno del 2013 quando alcuni (penso in particolare all’MPS, ma non solo loro) lanciarono l’allarme sui destini degli ospedali di Valle, a rischio nel progetto di pianificazione ospedaliera. Subito da parte governativa, in particolare per voce del Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, si giocò la carta della tranquillizzazione. Tutti ricorderanno le sue dichiarazioni nelle quali affermava, perentorio, che “non sarebbe cambiato nulla”, che non vi era alcuna intenzione di smantellare l’ospedale di Acquarossa. Addirittura nei primi mesi era stato annunciato un accordo con i comuni della valle che avrebbe risolto tutti i problemi: cosa che in effetti non corrisponde alla realtà dei fatti! Di fronte alle proposte della pianificazione la risposta popolare non si è fatta attendere. Generosamente la popolazione ha firmato ben due petizioni (migliaia di firme) le cui richieste erano chiare: mantenimento del reparto di medicina, del pronto soccorso ai livelli attuali e mantenimento del reparto di geriatria. Richieste chiare, corali, che non solo non hanno ricevuto una risposta positiva: non hanno, formalmente, ricevuto nemmeno una risposta! Quello che ci viene proposto dalla nuova pianificazione, è qualcosa che non ha più nulla a che vedere con un ospedale degno di questo nome. La soppressione del reparto di geriatria, il drastico taglio del reparto di medicina generale con la riduzione ad un mini-reparto di soli 10 (dieci!) letti acuti rispetto ai 50 di prima; la “concessione” di un settore di 30 letti cosiddetti Acuti di Minor Intensità (AMI) - in verità ridotti a semplici letti di cura e in parte finanziati dagli stessi pazienti con una giornaliera di 30 franchi (oltre il danno, la beffa) -, con pazienti cioè che vengono da altri ospedali a terminare il percorso di cura, la sostituzione del pronto soccorso con di fatto poco più che un presidio medico: tutto questo non è, non può essere un ospedale, non ha nulla a che vedere con il nostro ospedale di Acquarossa. Ed allora non ci resta che continuare nella nostra opposizione. Un primo passo in questa direzione potremo farlo il prossimo 5 giugno, dicendo un chiaro “NO” alla pianificazione ospedaliera. Perché, al di là dei formalismi con i quali si gingillano anche alcuni nostri esponenti politici locali, è proprio sulla pianificazione che si esprimerà il voto e quindi il giudizio della popolazione cantonale, della nostra gente. E per fare questo dovremo votare NO alla revisione della LEOC (La legge sull’Ente Ospedaliero cantonale) contro la quale è stato lanciato un referendum che ha raccolto 13'000 firme, molte nei nostri comuni di Valle. Il 5 giugno saremo anche chiamati a sostenere con un SI l’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali” lanciata due anni fa e che ha come obiettivo di difendere le attuali strutture di base negli ospedali pubblici. È più che mai necessario che negli ospedali pubblici rimangano gli attuali reparti di base, che assicurano una presa a carico dei pazienti: medicina, ostetricia, pronto soccorso, cure intense. Attorno all'idea (anche condivisibile) di centralizzare un certo numero di cure specialistiche, vi è in realtà il progetto di concentrare o sopprimere prestazioni fondamentali, di base potremmo dire, che oggi i principali ospedali del cantone (di Mendrisio, Lugano, Bellinzona e Locarno, ma anche Faido e Acquarossa) offrono a tutti i pazienti. Non a caso questa iniziativa è stata definita come una sorta di “controprogetto” alla pianificazione ospedaliera. Il prossimo 5 giugno non esitiamo quindi e votiamo NO alla pianificazione ospedaliera (revisione LEOC) e SI all’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali”.Davide Buzzi
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