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12.05.2016 - 23:220
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Chi difende i nostri lavoratori dalla tassa di collegamento?

di Gianni Albertoni, presidente AIET

Soprattutto in autunno siamo abituati alle telenovele – nel settore delle costruzione in particolare – che riguardano la negoziazione di nuovi contratti collettivi. Le rivendicazioni da parte di padronati e sindacati spesso differiscono non poco le une dalle altre. Non raramente però l’oggetto del contendere si limita ad un giorno di vacanza in più all’anno, ad una pausa pagata, ad un congedo paternità di qualche giorno, o altre questioni che, per alcuni possono sembrare marginali. Il partenariato sociale fa parte di una nostra tradizione e ha sempre trovato una via di mezzo a beneficio di lavoratori, in linea con le possibilità degli imprenditori. Sul tavolo al 5 giugno, per i lavoratori ticinesi, c’è però ben più di un giorno di vacanza all’anno o qualche altro piccolo benefit. La Tassa di collegamento infatti ridurrà il potere d’acquisto di chi posteggia presso la propria azienda fino a 1'000 franchi all’anno. Infatti secondo la proposta del Governo, i proprietari di almeno 50 posteggi (o comunque i proprietari di sedimi che insieme raggiungono questo numero di stalli) dovranno versare allo Stato 3.50 franchi al giorno per posteggio. Per disincentivare l’utilizzo della macchina il proprietario, nello spirito della legge, è invitato a ricaricare questo tassa sull’utente, ad esempio il lavoratore. Se quest’ultimo lavora 250 giorni all’anno i conti sono presto fatti: 875 franchi da pagare in più, indipendentemente se già oggi paga il posteggio a peso d’oro o meno. Gli argomenti questo questa tassa sui parcheggi, gravissima nei principi, sono molti ma non è tanto su questi che voglio soffermarmi. Mi chiedo però perché sulla tematica vi è un rumoroso silenzio dei sindacati come UNIA o OCST. Cosa serve scendere in piazza e gridare allo scandalo per legittime rivendicazioni come la crescita dell’1% dei salari su base annua e poi non difendere la categoria dei lavoratori quando si tratta di evitare un nuovo e inutile costo dei quasi 1'000 franchi? Spero dunque che i responsabili dei sindacati in qualche modo si attivino e denuncino anche questo nuovo aggravio per la classe media, già martoriata da salari stagnanti, crescita degli affitti e di premi di cassa malati. Il 5 giugno si gioca una partita importante. Per tutti, ma per i lavoratori ticinesi in particolare. Gianni Albertoni, presidente Associazione installatori elettricisti ticinesi
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