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03.06.2016 - 08:500
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Continueremo a trascurare la scuola media?

di Alessandro Lucchini, cc di Giubiasco,vice-segretario Partito Comunista

L'iniziativa popolare “Rafforziamo la scuola media – Per il futuro dei nostri giovani” rappresenta un concreto passo avanti nell'ottica di un miglioramento delle condizioni di studio e della qualità dell'educazione pubblica obbligatoria, soprattutto dopo anni in cui invece, in ambito scolastico, siamo soliti a parlare, in un modo o in un altro, di tagli. Ma non è solo una questione di soldi: è anche l’uguaglianza di possibilità ad essere tagliata! L'origine sociale o migratoria degli scolari comporta sensibili differenze nella formazione scelta dopo la scuola dell'obbligo, cioè influisce sul proprio futuro professionale. A rilevarlo è un'analisi dell'Ufficio federale di statistica. Non è una novità: lo stesso DECS ha già più volte tirato il campanello d'allarme in passato e anche gli studenti del SISA avevano denunciato – dati statistici e studi empirici alla mano – situazioni di selezione di tipo sociale nella scuola che non garantiscono quell'uguaglianza sostanziale che dovrebbe esserci di fronte al diritto allo studio. Diritto allo studio e uguaglianza di possibilità che, vale la pena ricordarlo, sono alla base della riforma che istituì la scuola media unica. Il Consiglio di Stato nel 1985 scriveva che la scuola media doveva “assicurare, soprattutto ai ceti meno privilegiati, una formazione culturale più ampia e un corredo di conoscenze più ricco di quello dato alla scuola maggiore; (…) posticipare le scelte d’orientamento a un’età più avanzata; favorire le scelte d’orientamento in funzione delle reali attitudini, senza discriminazioni d’origine sociale o ambientale”. L'iniziativa popolare che voteremo il 5 giugno non si pone obiettivi mirabolanti, si limita a consolidare gli obiettivi posti dal Consiglio di Stato a suo tempo, proponendo di incidere maggiormente su questioni che chi vive quotidianamente la scuola ben conosce. L'iniziativa garantisce il principio della gratuità della scuola media sia per quanto concerne il materiale scolastico sia per quanto riguarda i trasporti. Sappiamo tutti che è proprio la scuola dell'obbligo a dover contribuire ad appianare le discriminazioni che la società invece spesso esaspera. Per farlo la scuola deve avere i mezzi: un investimento nel futuro di questo Paese! I contrari giudicano tale misure come un “desiderio di tipo sociale” che non andrebbe inserito nella legislazione scolastica: è una scusa formalista, quando tutti vedono benissimo che, oggi più che mai, i due ambiti – quello educativo e quello sociale – non possono facilmente essere disgiunti. Un altro degli obiettivi principali dell'iniziativa è quello di diminuire da 25 a 20 il numero massimo di allievi per classe. In passato alcuni esponenti del DECS dichiaravano che aumentare fino a 30 tale limite non avrebbe comportato rischi per la qualità dell'insegnamento. Imbarazzante! Classi e sedi scolastiche meno sovraffollate non sono semplicemente un “desiderio sociale”, costituiscono bensì una migliore possibilità di seguire gli allievi da un punto di vista pedagogico e di conseguire al meglio gli obiettivi didattici. Se riconosciamo nella scuola anche un utile e necessario elemento di coesione e di comunità, ecco che l'iniziativa ha il merito di affrontare anche questioni centrali ma spesso banalizzate come quelle relative a refezione, biblioteche e l'utilizzo da parte dei ragazzi degli spazi scolastici per i loro momenti di aggregazione. Tutti si dicono a favore della scuola, tutti si dicono a favore del potenziamento della formazione dei giovani, ma poi manca sempre e da anni il coraggio politico di voler fare un investimento completo su una delle componenti più importanti e più trascurate del sistema formativo del nostro Cantone. Votare Sì all’iniziativa “Rafforziamo la scuola media – Per il futuro dei nostri giovani” significa sostenere il diritto dello studio, la scuola pubblica ticinese e quei principi certamente anche sociali che stavano alla base dell'istituzione stessa della scuola media unica tanti anni orsono. di Alessandro Lucchini, consigliere comunale di Giubiasco,vice-segretario Partito Comunista
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