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11.08.2016 - 10:320
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Fenomeno migranti, le scelte sbagliate e gli errori dell’Europa

di Marco Bortolin, CC Lugano, Lega dei Ticinesi

In questi ultimi mesi si è assistito a una recrudescenza del fenomeno migratorio, la stampa ha speso fiumi d’inchiostro per commentare l’emergenza migratoria presso i giardini della stazione di Como, trasformati in un vero e proprio campo profughi. Dal punto di vista emozionale è una situazione che non può lasciare indifferenti, tuttavia provo un certo fastidio nell’apprendere che in molti puntano il dito contro la Svizzera riferendo di respingimenti automatici. Tra questi anche personalità politiche ticinesi che non perdono tempo a denigrare il lavoro delle autorità preposte al controllo. Spesso si dimentica che In realtà il nostro paese ha una solida tradizione umanitaria. La Confederazione ha offerto asilo a decine di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo in fuga dai vari conflitti, tra cui i Balcani e il Medio Oriente. La Svizzera è, infatti, uno dei Paesi con la più elevata proporzione di stranieri, nel 2015 la percentuale si fissava al 24,6%, una delle maggiori al mondo. Come in ogni avvenimento sociale, è sempre bene valutare la sua genesi. L’attuale fenomeno migratorio è frutto di una serie di errori commessi dall’Unione Europea. Il protocollo di Dublino obbliga, infatti, i richiedenti d’asilo a fare domanda nel primo paese europeo. Quest’accordo è chiaramente penalizzante per l’Italia che è il naturale approdo dei migranti in cerca di fortuna in Europa. In quest’ambito la vicina penisola è stata lasciata sola a combattere il fenomeno d’immigrazione di massa. Va comunque biasimato anche il governo Italiano che, per evitare di concedere asilo o di procedere a rinvii di massa sul continente africano, permette a molti migranti di non farsi registrare nei centri d’accoglienza lasciandoli liberi di recarsi al nord con la speranza che essi chiedano asilo ad altri paesi europei. Da tempo Francia e Austria hanno chiuso le loro frontiere e la Svizzera è diventata, suo malgrado, l’unico passaggio verso nord. Già, perché è proprio il nord dell’Europa la destinazione finale di molti migranti, in particolare l’ambita Germania che, dal canto suo, ha irrigidito i controlli per opporsi all’accoglienza dei cosiddetti migranti “economici” provenienti dall’Eritrea, dall’Etiopia e dalla Somalia, diventando una delle silenti, ma principali, cause dell’attuale problema al confine Italo - Svizzero. In quest’ambito le nostre autorità non possono che applicare lo stato di diritto respingendo i migranti che vogliono recarsi in nord Europa ma che non adempiono alle condizioni d’entrata poiché privi della necessaria documentazione. Nonostante le aleatore dichiarazioni di alcuni politici ticinesi, sono pochi i migranti che depositano la propria domanda d’asilo in Svizzera, esse sono, infatti, calate del 25% tra il secondo e i primo trimestre dell’anno. Germania, Francia, Austria, e in generale l’Europa hanno creato e fomentato il problema migratorio con delle scelte discutibili e scaricando il problema dei migranti all’Italia, Italia che dal canto suo non riesce o non vuole controllare la natura migratoria di questa povera gente. Puntare il dito contro la Svizzera è profondamente sbagliato, così come è sbagliato illudere i migranti con la scusa di aiutarli per poi complicare ulteriormente la loro situazione. Al posto di accusare le nostre autorità, che svolgono correttamente il loro compito, o di denunciare il nostro paese ad Amnesty International per i presunti respingimenti automatici, sarebbe forse il caso di chiamare in causa i veri fautori di questa emergenza migratoria, in primo luogo per lo sconcertante trattamento riservato a queste persone abbandonate a loro stesse davanti ai giardini della stazione di Como. Marco Bortolin, Consigliere Comunale di Lugano, Lega dei Ticinesi
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