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06.09.2016 - 11:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Per i giovani: prima i nostri!

di Diego Baratti, Vicepresidente Giovani UDC Ticino

Credetemi quando dico che per i giovani oggigiorno il mercato del lavoro in Ticino è poco attrattivo: molti miei coetanei si vedono costretti una volta terminati gli studi universitari a trasferirsi fuori cantone o addirittura all’estero per trovare un buon posto di lavoro con possibilità poi di sviluppare la carriera. E la situazione non è diversa nemmeno per gli apprendisti: spesso terminata la loro formazione questi non vengono assunti dal datore, perché preferisce assumere frontalieri meno cari, e tra la possibilità di guadagnare di meno in Ticino o andare fuori cantone e guadagnare qualcosa di più diversi giovani scelgono purtroppo quest’ultima possibilità. Dico purtroppo perché sempre di più si va ad accentuare quel fenomeno sociale che è la fuga di capitale intellettuale e manodopera ticinese, cresciuta e formata in Ticino ma che per le precarie condizioni del nostro mercato del lavoro si vede quasi costretto ad abbandonare il cantone per trovare condizioni migliori. Non parlo di coloro che, per arricchire le loro esperienza formativa, si spostano fuori cantone e poi fanno ritorno, ma di coloro che per motivi legati al lavoro non tornano più. I pochi che rimangono sono confrontati con problemi sociali non indifferenti: quale giovane metterebbe su famiglia con uno stipendio di 2000 franchi al mese, senza garanzie per un futuro o per una carriera migliore? Quale giovane rimarrebbe in Ticino a lavorare con queste precarie condizioni del mercato del lavoro? E poi ci si lamenta che non si trovano giovani formati per alcuni lavori, ma se a questi si offre uno stipendio poco attrattivo e le condizioni sociali siano misere è normale che questi restino o si trasferiscano fuori cantone… Siamo finiti in una spirale senza apparente fine, dove il libero mercato ha portato a una situazione precaria, con dumping salariale, contratti in nero, preferenza straniera, poca riconoscenza del valore del lavoro e un alto tasso di disoccupazione. Ma come porre un freno a tutto ciò? Come aiutare noi giovani rendendo di nuovo attrattivo il mercato del lavoro ticinese? Una soluzione c’è e si chiama “Prima i nostri”. L’iniziativa lanciata nel 2014 dall’UDC Ticino e che sarà in votazione il prossimo 25 settembre chiede di inserire nella costituzione cantonale alcuni principi già stabiliti dalla votazione del 9 febbraio. Grazie alla preferenza indigena prevista dalla costituzione i datori di lavoro sarebbero obbligati, a parità di condizioni, ad assumere un residente. In questo modo si amplierebbero così le possibilità lavorative dei giovani (e non solo) e si andrebbe ad attutire il problema del dumping salariare, dal momento che il datore di lavoro non sarà più libero di scegliere il frontaliere o il padroncino perché lo può pagare di meno. Inoltre approvando l’iniziativa si va a vietare l’effetto sostituzione, ossia il licenziamento di un ticinese per l’assunzione di un frontaliere meno caro e si andrebbe a limitare le imposizioni di stati stranieri sul nostro mercato interno, regolando di conseguenza gli accordi commerciali che verranno presi. In questo modo non solo si va a tutelare il lavoro del ticinese nel suo cantone, ma si vanno a migliorare le condizioni del nostro mercato di lavoro, rendendolo più attrattivo e fermando l’emorragia di giovani verso la Svizzera interna e l’estero. Per aiutare i ticinesi, per incentivare noi giovani a rimanere o ritornare in Ticino dopo il diploma, per ridare dignità a coloro che oggi lavorano in condizioni salariali precarie, il prossimo 25 settembre vi invito ad accettare l’iniziativa “Prima i nostri”!Diego Baratti, Vicepresidente Giovani UDC Ticino
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