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28.10.2016 - 14:090
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

L’importanza di chiamarsi “Parco nazionale”

di Elia Frapolli, direttore di Ticino Turismo

Pochi giorni fa i castelli di Bellinzona hanno raggiunto il record storico di 50mila visitatori. Un traguardo molto significativo tenuto conto che, negli ultimi anni, i turisti che hanno visitato i tre manieri medievali sono cresciuti quasi esponenzialmente. A poche settimane dal voto su quello che si propone di diventare il più grande parco nazionale svizzero, questo dato induce a una riflessione. Cos’hanno in comune i castelli con il Parc Adula? In entrambi i casi parliamo di attrattive turistiche dal fascino innegabile, la cui notorietà varca - o, nel caso di Parc Adula, potrebbe varcare – i confini nazionali grazie a un marchio riconosciuto, nel caso dei castelli quello attribuito da UNESCO. Le tematiche su cui fa leva il label “parco nazionale” sono oggi più che mai attuali. In ambito turistico si constata una tendenza verso il ritorno alle radici, l'autenticità, il contatto con la natura. Il Ticino, a questo proposito, ha molte carte da giocare. Secondo un recente studio realizzato da Svizzera Turismo (Tourism Monitor Switzerland, 2013) la natura, declinata nelle sue numerose proposte di svago, rappresenta uno dei principali motivi per cui i turisti scelgono il nostro Cantone e la Svizzera come meta delle proprie ferie. Proprio per questo motivo, nel prossimo biennio, la campagna nazionale orchestrata da Svizzera Turismo sui vari mercati esteri sarà incentrata sul tema “Ritorno alla natura”. Il futuro Parc Adula, così come il parco nazionale del Locarnese, si inseriscono dunque perfettamente in questo filone. A ciò si aggiunga che l’escursionismo, in Svizzera, rappresenta in assoluto l’attività sportiva più amata. Stando a un’indagine svolta da Suisse Rando e SuisseMobil, quasi il 30% della popolazione si dichiara intenzionato a praticare ancora di più, rispetto al passato, questa disciplina. Si tratta dunque di un mercato con un grande potenziale di crescita, come stiamo costatando a livello cantonale con l’applicazione “hikeTicino” che oggi è presente sui dispositivi mobili di quasi 30mila persone. Parc Adula, con la sua vasta offerta di itinerari escursionistici, rappresenta dunque un prodotto di sicuro interesse. Proprio come nel caso dei siti Unesco, anche i parchi nazionali sono soggetti a processi in continua evoluzione che non si arrestano una volta ottenuta la certificazione. Un impegno costante verso la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione del territorio potrà garantire effetti sull’economia locale e il settore alberghiero, oltre a un incremento delle vendite dei prodotti indigeni e a un maggior numero di possibilità, per i giovani della Valle, di trovare un impiego nella regione. Come evidenziato di recente dal direttore di Svizzera Turismo Jürg Schmid, le ricadute economiche e sociali di un parco sono enormi. Ogni franco investito nella regione del parco nazionale engadinese genera un indotto di cinque. Parc Adula rappresenta dunque un primo concreto passo affinché la Valle di Blenio torni a rifiorire di iniziative importanti che potranno portare alla creazione di ulteriori sinergie con le strutture turistiche locali quali il Centro Pro Natura e il Centro di Sci Nordico di Campra solo per citarne alcune, ma anche nazionali. Stiamo infatti parlando di un territorio intercantonale, multiculturale e plurilingue situato in un’area strategica, al centro di un crocevia alpino. Facilmente raggiungibile da buona parte dell’Europa, la strada del Passo è percorsa da quasi mezzo milione di veicoli all’anno. Senza il label “parco nazionale” le bellezze della regione continueranno ad esistere, certo. Non potranno, tuttavia, beneficare della luce dei riflettori e resteranno appannaggio di pochi. L’unione fa la forza, insomma, anche quando si tratta di vendere un territorio alpino. Diamo alla Valle di Blenio, e a tutto il Cantone, l’opportunità di ottenere il riconoscimento e la fama che meritano. Elia Frapolli, direttore di Ticino Turismo
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