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10.11.2016 - 15:550
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Lucens 1969 già dimenticato? Abbiamo sfiorato una catastrofe nucleare

di Valerio DE Giovannetti

Il prossimo 27 novembre saremo chiamati a votare su un tema di estrema importanza. E’ un Si alla vita e non contro il nucleare. E’ un Si alle nostre future generazioni . Vogliamo vivere e garantire la vita ai nostri nipoti e per generazioni o vogliamo che nascano dei piccoli alieni? Dieter Majer, già ispettore al ministero dell'Ambiente tedesco, invitato a Palazzo federale, alla riunione della Commissione del Consiglio degli Stati nell’agosto 2015 ha vivacemente consigliato di chiudere, parlando delle centrali nucleari Svizzere e rispondendo a specifiche domande. “Ha spiegato che di centrali nucleari che garantiscono la sicurezza assoluta non ne esistono. Quando è iniziato lo sfruttamento dell'energia nucleare per scopo civile si escludeva la possibilità di incidenti nucleari. Nel frattempo tutti noi abbiamo assistito a tre disastri: Harrisburg, Cernobyl e Fukushima. Bisogna essere trasparenti nei confronti della popolazione: la Svizzera è un paese piccolo. Basterebbe un incidente a un impianto e alla Svizzera potremmo dire addio. Grazie ai nuovi metodi di rilevazione ad ultrasuoni si è riusciti a rilevare dei deficit in diversi impianti. Nessuno sa ancora che tipo di anomalie siano state trovate. Non bisogna poi sottovalutare i processi di invecchiamento: i materiali si logorano e si corrodono. L'età di un impianto risulta importante anche nel caso si verificasse un attacco terroristico . Lo spessore di cemento della centrale nucleare di XXX è, in alcune parti, di 15 centimetri soltanto. Questo significa che un elicottero o un piccolo aereo potrebbero bastare per sfondarne lo strato protettivo. Inoltre nessuna centrale nucleare in Svizzera o in Germania è sufficientemente attrezzata per affrontare la caduta di un Jumbo. Aggiungerei rischi terroristici sempre piu’ d’attualité, quindi rischio nucleare sempre piu’ vicino. Nel 1969 la Svizzera ha sfiorato una catastrofe nucleare alla centrale sperimentale di Lucens (VD) che è considerato ancora uno dei più gravri mai avvenuto al mondo dopo quelli indicati dal ministro tedesco. A tutt’oggi non abbiamo soluzioni valide e sicure per lo stoccaggio a lungo termine. E nessun comune svizzero tantomeno la popolazione vorrebbe la centrale nucleare in casa e tantomeno lo stoccaggio Nessun impianto nucleare puo` essere assicurato tramite assicurazioni commerciali, necessitano dell’ assunzione dei costi da parte dello Stato. Nel nefasto caso di un evento saremmo tutti noi chiamati alla cassa con veri risarcimenti miliardari. Dipendenza dall’estero sempre e comunque. Oggi la tecnologia è spesso straniera quindi maggior parte dell’ investimento é per l'estero e nessun apporto per le PMI locali. Tantomeno l’uranio é di provenienza svizzera. Oggi i costi di produzione sono piu` elevati rispetto le energie rinnovabili, non piu’ redditizio, Immaginiamoci tra 40 anni? Lunghi tempi di realizzazione ed operatività solo dopo 10/15 anni con grandi progetti e sovraccarico di altri oneri. Con Solar Impulse 2, la Svizzera ha dimostrato la sua efficienza e che con energia pulita possiamo fare anche il giro del mondo. Diamo l’esempio agli altri paesi. Il futuro sono i giovani, l’efficienza energetica e le energie rinnovabili e una grande occasione per la nostra economia. Votiamo quindi Si il prossimo 27 novembre, contro il nucleare. Valerio De Giovanetti – Biasca, già candidato al Nazionale per i Verdi Liberali
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