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28.01.2017 - 10:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Fatti reali: AIM va trasformata!

di Marco Romano

Dalle colonne del Corriere del Ticino in dicembre un cittadino ha legittimamente manifestato scetticismo sul progetto di trasformazione giuridica delle Aziende industriali di Mendrisio (AIM) in votazione popolare il prossimo 5 marzo. A suo dire mancano motivazioni imperative che impongono la trasformazione da Azienda Municipalizzata in Società Anonima. La realtà quotidiana cui sono confrontati il Municipio e i vertici di AIM è ben diversa. L’attuale base legale – la Legge sulla municipalizzazione dei servizi pubblici datata 1907 – rende macchinose, talvolta letteralmente impossibili, numerose attività correnti, soprattutto nell’ambito di settori strategici come le energie rinnovabili e la fidelizzazione dei grandi consumatori che si muovono liberamente sul mercato. AIM perdono settimanalmente opportunità e a lungo a termine vi è il rischio concreto di una contrazione delle attività con conseguenze su tutta l’azienda. Nelle scorse settimane ha bussato alla porta di AIM un artigiano insediato da generazioni a Mendrisio. Nell’ambito del rinnovamento della sede desidera installare un impianto fotovoltaico sul tetto del magazzino. Il progetto è di medie dimensioni e molto interessante per AIM. Richieste simili arrivano mensilmente. Confermato l’interesse, abbiamo comunicato – quale Azienda municipalizzata – la necessità di una decisione di municipio, di un messaggio municipale seguito dall’iter democratico del consiglio comunale, a cui si aggiungono i vari tempi di ricorso. Tutto insieme almeno 6 mesi. Perché? Le basi legali che regolano il funzionamento di AIM impongono per qualsiasi spesa superiore ai 150’000 CHF l’iter politico-amministrativo esposto. Legittimamente l’imprenditore, informatosi presso AIL SA di Lugano, realizzerà l’impianto con l’azienda distributrice luganese. Qualcuno replicherà affermando che “sarebbe sufficiente alzare l’asticella della delega dei 150’000”, ma questo non è possibile perché regolato da Legge cantonale per l’intera Città. Si perdono opportunità e si sprecano risorse. Aggiungiamo poi la necessità di non perdere quella sessantina di grandi consumatori a mercato (grandi industrie e commerci) che cercano un distributore dinamico capace di fornire costantemente l’energia al prezzo migliore. Solo loro generano oltre il 40% della cifra d’affari energia. Per questi motivi da ormai più di un decennio la maggioranza delle aziende distributrici ha mutato la propria forma giuridica dal diritto pubblico a quello privato. Le realtà di Lugano e Chiasso sono esemplari. Il tanto declamato esempio di Bellinzona è unico e piuttosto fuori dal comune: una via solitaria. Si rimprovera inoltre a chi sostiene la trasformazione di farlo esclusivamente per motivi di “maquillage contabile” e per “investimenti sproporzionati fatti a Mendrisio”. La critica è gratuita e fuori luogo. Il criticato Centro di pronto intervento è largamente finanziato da tutti i partner di intervento e sicurezza: pompieri e protezione civile regionali, e polizia cantonale. È una struttura fondamentale per tutto il distretto! La possibilità, in questo processo di trasformazione, di allineare i beni delle AIM al loro valore reale genera un ammortamento straordinario di 30 mio. per la Città che potrà beneficiare, quale azionista unico, di un dividendo annuo di oltre 2 milioni e di sostenere sponsorizzazioni locali. Un esercizio utile a dare stabilità ai conti della Città. Il cittadino chiude laconicamente con un “non saremmo né più ricchi né più poveri”. Orbene gli esempi citati evidenziano il contrario. Nel futuro AIM dovrà cambiare marcia, per farlo necessita di un nuovo abito, sempre di totale e assoluta proprietà comunale. Al contrario si marcia sul posto e ci si impoverisce. Un SI il prossimo 5 marzo è fondamentale!Marco Romano, municipale capo-dicastero AIM
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