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08.02.2017 - 19:570
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Si alla Riforma III per salari migliori

di Michele Foletti, Municipale di Lugano e granconsigliere

In Svizzera più o meno ogni 10 anni si procede ad una riforma fiscale: è stato fatto nel 1997, la Riforma II delle imprese è stata approvata nel 2007 e oggi ci troviamo ad affrontare le Ri III. Quale è la ragione di questo modo di procedere? Essenzialmente la consapevolezza di dare stabilità e certezze agli imprenditori che operano sul nostro territorio. Certo, altri Paesi operano in modo diverso e di anno in anno modificano le loro regole tributarie creando incertezza negli imprenditori e soprattutto inibendo gli investimenti nel sistema produttivo del Paese e nell’innovazione. Non è un caso se la Svizzera, dopo aver approvato la Riforma II delle imprese (quella tanto vituperata dalla Sinistra), è riuscita a superare molto meglio di altri Paesi del nostro continente i vari inciampi economici e le docce gelate (la crisi finanziaria del 2008, le varie svalutazioni dell’euro, i tassi d’interesse negativi, ecc.). La certezza del sistema fiscale ha permesso alle aziende di affrontare con qualche difficoltà in meno anche il rafforzamento del franco che in pochi anni è passato dall’1.60 all’1.10 contro l’euro, garantendoci un risultato della bilancia commerciale più che lusinghiero e un tasso di disoccupazione relativamente basso. La Riforma che siamo chiamati a votare il prossimo 12 febbraio si inserisce in questo solco e dovrà dare certezze agli imprenditori per i prossimi anni. Non è evidentemente facile poter prevedere come evolverà l’economia europea e mondiale nel futuro, è però sicuro che se si vuole una Confederazione competitiva occorre privilegiare le imprese che fanno ricerca, sviluppano brevetti e siano ben capitalizzate. Così non solo si garantiranno gli attuali posti di lavoro assicurati dalle aziende a statuto speciale (le 50 più grandi ne assicurano circa 3000 in Ticino di cui un migliaio a Lugano) - impieghi anche ben retribuiti - ma si creeranno le basi per creare nuovi posti di lavoro. In questo senso gli strumenti che la Riforma III mette a disposizione dei Cantoni per adeguare le loro leggi di applicazione vanno nella giusta direzione. Si potrà scegliere come applicare questa riforma, senza dover necessariamente entrare in una competizione assurda basata unicamente sulla diminuzione delle aliquote d’imposizione degli utili aziendali. Essere competitivi fiscalmente con obiettivi chiari sui settori che si vogliono sviluppare, permette anche di uscire da quella perniciosa logica che vuole la competitività del nostro cantone basata unicamente su bassi salari e sul dumping salariale. Votare sì alla Riforma permetterà ai cantoni di scegliere, votare no vorrebbe dire ancora maggiori sgravi indifferenziati per tutte le aziende e una competitività giocata unicamente sui salari al ribasso.Michele Foletti, Municipale di Lugano e Deputato al Gran Consiglio
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