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04.05.2017 - 14:560
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Consulenti didattici: il Dipartimento a che gioco gioca?

di Maristella Polli,Franco Celio (PLR), Claudio Franscella (PPD), Sergio Morisoli (La Destra)

La riforma della scuola dell’obbligo è sicuramente uno dei progetti più importanti della corrente legislatura. Al direttore del DECS Onorevole Manuele Bertoli va riconosciuto indubbiamente il merito di aver aperto questo cantiere, tuttavia il proseguo lascia quanto mai a desiderare. In effetti la gestione sia della fase preparatoria del documento che di quella inerente la consultazione non sono state svolte, per usare un eufemismo, in modo ottimale tanto da suscitare, in particolare proprio all’interno del mondo della scuola, una serie di reazioni tali che hanno indotto il Parlamento a bloccare una fase sperimentale che era prevista già per quest’anno.

Lo scopo della decisione parlamentare è stato ampiamente chiarito in sede di dibattito e cioè attendere la fine della consultazione, presentare un rapporto alla commissione scolastica e poi decidere come proseguire su questo importante tema. In sostanza l’implementazione anche di una fase di prova del progetto doveva essere momentaneamente congelata.

Sul numero 31 del foglio ufficiale è stato pubblicato un concorso riguardante gli incarichi di esperti di materia della scuola media e consulenti didattici per la scuola dell’obbligo. Se gli esperti di materia sono una figura conosciuta, e importante, del nostro ordinamento scolastico, tanto da essere citati più volte all’interno della legge sulla scuola (articoli 11 e 12). Al contrario non viene citata in alcun passaggio la figura del “consulente didattico” che, a mente degli interpellanti, risulta invece presente solo nel documento attualmente disponibile inerente “La scuola che verrà”.

Considerata che per il Governo risulta impossibile entrare nel dettaglio di qualsiasi proposta dipartimentale e tenuto conto della chiarissima volontà del Parlamento di attendere il rapporto sulla consultazione cui dovrà seguire un dibattito parlamentare prima di procedere con qualsiasi fase di sperimentazione o implementazione del progetto “La scuola che verrà” si chiede al Consiglio di Stato:

1) Quale è la base legale in cui è indicata la figura del “consulente didattico” e nella quale ne sono previste le mansioni?

2) Se non dovesse esservi alcuna base legale per quale ragione il dipartimento ha deciso di sottoporre al Governo unitamente alla pubblicazione del concorso per gli esperti di materia di pubblicare un concorso per la figura non meglio definita del “consulente didattico”?

3) Cosa intende fare il Governo per garantire che sia rispettata la chiara volontà del Parlamento di attendere prima di procedere a qualsiasi fase di sperimentazione o implementazione del progetto “La scuola che verrà”?

di Maristella Polli, Franco Celio (PLR), Claudio Franscella (PPD), Sergio Morisoli (La Destra)

 


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