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12.07.2016 - 12:150
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Gay Pride in Ticino? I sindaci aprono ma...

La manifestazione arriverà nel nostro Cantone nel 2018, non si sa ancora dove. Borradori, Zanetti e Scherrer non dicono di no ma ribadiscono che andrà valutata una serie di dettagli

LUGANO/BELLINZONA/LOCARNO - Nel 2018 il Gay Pride approderà in Ticino. Le associazioni Lgbt “Imbarco Immediato”, il sodalizio dei dirigenti gay “Network” e “Zonaprotetta” ritengono che sia giunto il momento di sbarcare anche nel nostro Cantone, perché «da un lato c’è bisogno di visibilità e trasparenza e, dall’altro, ad oggi non siamo ancora tutti uguali davanti alla legge». Probabilmente, se ci fosse la possibilità, la manifestazione si terrebbe su più giorni, con eventi culturali e artistici, conferenze e incontri. Non si sa ancora in che città si svolgerà: dipenderà dalla disponibilità dei Municipi. I sindaci che cosa ne pensano? In generale, c'è una tiepida apertura. Marco Borradori, sindaco di Lugano, interpellato da tio.ch, si dice disponibile alla discussione. «Si tratta in genere di manifestazioni un po’ controverse e, quindi, se Lugano dovesse entrare in linea di conto auspicherei prima di tutto un incontro con gli organizzatori per capire le loro aspettative, le previsioni in termini di affluenza e i costi». In ogni caso, aggiunge, la Città non avrebbe problemi a gestire un'affluenza sulle 3 mila persone. Il sindaco di Bellinzona, Mario Branda, è in vacanza. Abbiamo interpellato il suo vice, Felice Zanetti. «Non ho niente in contrario, ma è il mio parere personale. Non mi disturberebbe affatto. Problemi per le strade? La discussione non sarebbe semplice. Non si dovrebbe gettare il proprio orientamento sessuale in faccia al prossimo, però sono manifestazioni che si sono sempre svolte nella calma e sono diventate un po' dei simboli». Zanetti comprende che alcune sensibilità possono essere urtare, «in tante città comunque il Gay Pride è diventato qualcosa di ludico, simile al carnevale e non dovrebbe disturbare. Andrebbe visto l'impatto in Ticino, dove, per come la vedo io, l'omosessualità è vista ancora come un fattore di esclusione». Bellinzona è tollerante o molto chiusa? «Sicuramente è tollerante, ha una base proletaria legata alla sua storia e la tolleranza è sempre stata un valore». «Parlando a titolo personale, posso dire che c'è apertura verso questa manifestazione e sono assolutamente disponibile a discuterne», ha detto il sindaco locarnese Alain Scherrer a tio.ch. A una condizione, però. «L'importante è che l'organizzazione sia seria, che l'ordine pubblico sia rispettato e che ci sia consenso nell'accogliere l'evento».
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