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Cronaca
08.04.2017 - 15:150
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Il PLR contro la RSI, "per le elezioni di Bellinzona, spettacolo miserando, con impressioni, domande e discorsi superficiali"

Ai liberali non è piaciuto il fatto che si sia fatto passare il dibattito come privo di contenuti. Invece, "nessun concetto, nessun approfondimento. I media ci presentano una politica priva di idee"

BELLINZONA – Il PLR attacca la RSI. Non lo fa in modo frontale, anzi, la critica è inserita nelle righe finali di un articolo apparso su Opinione Liberale in cui si parla della nuova Bellinzona.

Porta la firma di Enrico Diener, e inizia con una descrizione generica, ma forse inedita, della nuova città: meno legata ai funzionari di quanto lo fosse la vecchia capitale, più “domenicale”, ed anche con una maggior consapevolezza sociale, data dai liberali, a maggioranza, che si allineano al loro antesignano Argante Righetti, dal sindaco e dall’eletto fra i leghisti, definito “unico rappresentante del ceto medio-basso” del partito.

Diener passa poi a dire che la politica raggruppa le persone e le idee in categorie, e che per farlo è necessario trovare differenze e somiglianze, in modo che “ogni elettore possa riconoscere a quale categoria si sente più simile, in quale gruppo di persone e di idee vuole identificarsi”.

“I partiti non sono morti, le idee non sono morte: basta saperli identificare”, si dice poi. In molti hanno affermato che a Bellinzona, nella campagna elettorale, non vi sia stato un vero dibattito, non si siano viste delle sostanziali differenze tra i diversi schieramenti. E questo al PLR non è piaciuto, “il mondo dei media ci presenta una politica assolutamente priva di idee”, così come gli uomini che ne fanno parte.

Ed ecco la critica alla RSI, che alle elezioni della nuova città ha dedicato ampio spazio. “Abbiamo assistito a uno spettacolo miserando, fatto solo di impressioni superficiali, di domande superficiali, di discorsi superficiali”. Insomma, secondo i liberali, i giornalisti non hanno trovato di meglio da chiedere che le emozioni vissute all’annuncio dei risultati, dai candidati e a volte anche dai famigliari.

“Nessun concetto, nessun approfondimento. Sono state stravolte perfino le cifre. Così Branda ha superato Bersani non di 1'200 ma addirittura di 13mila voti”, accusa il giornale. “L’unica battuta arguta l’ha fatta Bersani, quando l’intervistatore Herber gli ha chiesto cos’avesse detto al vincitore Branda: “Sta attento all’Herber”!”.

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