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20.07.2017 - 14:300
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Spintoni, schiaffi, l'intervento della Polizia e minacce ai familiari. Il far west contro i funzionari dell'Ufficio Esecuzioni e Fallimenti

Giorgio Fonio e Lorenzo Jelmini segnalano un episodio ben poco edifcante successo in un esercizio pubblico del Sottoceneri. Non sarebbe il primo caso, "come interviene lo Stato per tutelare i propri funzionari e le loro famiglie? C'è assistenza legale?"

LUGANO - Spintoni, schiaffi, atteggiamenti aggressivi, addirittura poi minacce alle famiglie. È quanto denunciano i pipidini Giorgio Fonio e Lorenzo Jelmini in un'interrogazione. Oggetto dei comportamenti sopra descritti, dei funzionari dell'Ufficio Esecuzione e Fallimenti e un creditore.

"Su indicazione di un creditore, dei funzionari dell’UE si sono recati presso un esercizio pubblico del sottosceneri dove, senza alcuna autorizzazione, delle persone stavano trafugando all’esterno del locale materiale inventariato dall’Ufficio esecuzioni", raccontano i due sindacalisti. "La merce era posta sotto sequestro poiché vi erano affitti non pagati e di conseguenza, nella procedura esecutiva, la vendita all’asta del materiale ancora presente nel locale avrebbe potuto parzialmente compensare gli scoperti non saldati. Giunti sul posto assieme al creditore, i funzionari dello Stato hanno invitato le persone presenti nel bar a lasciare il locale senza prelevare alcun oggetto. Nel caso in cui non avessero dato seguito alla richiesta, hanno comunicato loro che avrebbero dovuto fotografare il tutto per poter completare la pratica relativa all’esecuzione in corso in modo da inventariare tutta la merce".

Ma non tutto è filato liscio. "Davanti a questa corretta richiesta, due delle persone presenti si sono avvicinati con fare minaccioso e aggressivo, spintonando uno dei due funzionari e schiaffeggiando il creditore. Per un breve periodo i funzionari sarebbero addirittura stati trattenuti impedendo loro di allontanarsi. Solo l’arrivo di una pattuglia della Polizia ha permesso di ripristinare la calma e soprattutto la legalità".

Non è finita, perchè si segnalano anche minacce ai familiari dei funzionari, che "sono fortemente turbat il persi di fronte a queste pesanti minacce a tanta spregiudicatezza e si sono sentiti evidentemente impotenti".

Non è, proseguono i due, il primo episodio simile di cui ricevono segnalazione, e pur senza voler drammatizzare o creare allarmismi, in un quadro ticinese dove l'aggressività aumenta, pongono qualche domanda al Governo. I funzionari dell'Ufficio Esecuzione e Fallimenti sono infatti dipendenti statali e "compito di un datore di lavoro è anche quello di tutelare i propri dipendenti. In questo senso riteniamo che lo Stato debba fare tutto il possibile affinché i suoi funzionari possano svolgere le proprie mansioni nella massima sicurezza. Il tema della violenza nei confronti dei funzionari è già stato sollevato più volte: si pensi per esempio alla petizione che chiede la modifica dell’art. 285 del Codice Penale allo scopo di porre un freno alla violenza contro i funzionari di polizia".

Quindi, Fonio e Jelmini chiedono al Consiglio di Stato:

"1. Se è a conoscenza dei fatti avvenuti nei confronti dei funzionari degli UEF?

2. In caso affermativo, quali sono state le misura adottate a tutela del personale vittima di violenze e minacce?

3. Se è a conoscenza di violenze fisiche o verbali ai danni di parenti di funzionari dell’amministrazione Cantonale?

4. Quali sono le procedure adottate dall’amministrazione Cantonale nel caso di violenze o minacce verso i suoi funzionari?

5. Come interviene lo Stato per tutelare i parenti dei funzionari oggetto di violenza o minaccia?

6. Viene garantita un’adeguata assistenza legale per i funzionari vittima di violenza o minaccia che intendono procedere contro chi li ha minacciati o a usato contro di loro violenza?

7. È stato costituito il Servizio Gestione Cantonale Persone Minacciose e Pericolose (GCPMP) in seno alla Polizia cantonale per gestire casi come quelli segnalati?"




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