Se le cellule le dona un familiare è più facile non incorrere in complicazioni e rigetti: la famiglia si è subito mobilitata, la sorella non è risultata compatibile mentre il fratello Fabio sì. Però, narra Merlini, la malattia è un percorso di solitudine. “Nonostante l’aiuto, il conforto, il calore della moglie, della famiglia e degli amici, sei solo nel combattere la malattia. Devi tirar fuori da te stesso le forze necessarie. Se da un lato è determinante e prezioso il sostegno dei tuoi cari, dall’altro è una battaglia che devi affrontare da solo, con la tua testardaggine, il tuo coraggio…“.