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22.10.2017 - 19:140
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

"Tra l'uovo e la gallina, scelgo l'uovo perché con esso si mangia, adesso". Bertoli chiede più pragmatismo ad un PS spaccato. La GISO intanto...

Il Comitato Cantonale ha detto no al pacchetto fiscale e sociale, il Ministro invita a accettarlo. "Anche la destra vorrebbe scindere le due parti per bocciare quella sociale. Non ritengo necessaria quella fiscale, ma su 22 milioni di sgravi, 21 verrebbero reinvestiti"

BELLINZONA  - Il PS è spaccato: il Comitato Cantonale ha detto no al pacchetto che combina interventi sociali e parti fiscali, con la convinzione che il dare per avere non va bene. Per Igor Righini, oltretutto, al di là delle ideologie, gli sgravi farebbero sì che in pochi anni il Cantone non avrebbe a disposizione abbastanza soldi per gli interventi sociali.

Stando al Caffè e al clima che si respira, non è l’unico motivo di spaccatura fra Manuele Bertoli, che ha sostenuto, assieme ai colleghi di Governo, il pacchetto, e la base del partito. Ma, interpellato dal settimanale, chiede più pragmatismo.

Il pacchetto fiscale, beninteso, non piace nemmeno a lui. “Ma siccome chi vuole gli sgravi è disposto a concedere e a pagare la medesima somma in termini di interventi sociali, l’entrata in materia su questo "scambio" credo che pragmaticamente ci stia tutta”. Pragmatismo, appunto, è il termine che usa pìù spesso.

Non ritiene necessaria la parte fiscale, eppure, dato che sarebbero 22 i milioni degli sgravi e 21 quelli reinvestiti nel sociale, la compensazione regge. Fa l’esempio dei pacchetti di Marina Masoni e della Lega, costati 200 milioni senza contropartita. Anche quanto stabilito per il sociale non lo convince al 100%, perché aumenterebbe i soldi destinati a nidi per l’infanzia, servizi extrascolastici e famiglie diurne, aumentandone quantità e qualità, a scapito dell’assegno parentale.

Scindere i due pacchetti, come chiedono in molti? Bertoli è realista, “è chiaro che politicamente il discorso complessivo rimarrebbe. Anche la destra vorrebbe spacchettare la proposta, per tenere la parte fiscale e lasciar cadere quella sociale. Chiedere di dire sì a tutto o no a tutto mi pare trasparente e chiaro per tutti”. Dunque, chi si accontenta gode.

E ai compagni della sinistra direbbe che “se la sinistra in questo Paese e in questo cantone ha ottenuto qualcosa per i cittadini che si attendono risultati concreti, è senza dubbio grazie a dei buoni principi, ma spesso anche a dei compromessi pragmatici e intelligenti con altre forze politiche". Quindi, il do ut des va benissimo, seppur magari tappandosi un po’ il naso, e mettendo da parte l’ideologia. Perchè “l’idea di investire 21 milioni nel sociale dandone 22 all’economia affinché si prenda carico del finanziamento sociale, è un’opzione interessante, da non snobbare. Tra l’uovo o la gallina io scelgo quasi sempre l’uovo, perché con le uova si mangia, adesso".

Una nuova filosofia per la sinistra, oppure la spaccatura sarà inevitabile e sempre più profonda? Intanto, per complicare il quadro, la GISO ha fatto sapere di essere pronta a sostenere un eventuale referendum. Bertoli rischia di essere sempre pIù solo contro tutti. 
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