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Cronaca
17.11.2017 - 10:290
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

"La comunità medica italiana ritiene che l'omosessualità sia una malattia?"

Ha scatenato polemiche una domanda inserita in un test di Medicina (atto a valutare le nozioni acquisite), nella sezione su diagnostica, genetica, malattie e comportamenti da tenere dinnanzi a certe malattie: "in percentuali, quanti sono gli omosessuali?". Anche la Ministra scandalizzata

BOLOGNA – Sta scatenando un putiferio una domanda inserita in un test di Medicina in Italia. Precisiamo subito che non si tratta dei test di entrata, quelli famigerati che fanno tremare i polsi agli aspiranti medici, gestiti dal Miur, bensì dei cosiddetti Progress test, che hanno l’obiettivo di monitorare, attraverso una serie di domande a risposta aperta, i livelli di acquisizione delle competenze effettivamente e progressivamente raggiunte da studentesse e studenti nel corso degli anni dell’iter universitario.

In ogni caso, la domanda in questione è: “Quali delle seguenti percentuali rappresenta la migliore stima del verificarsi dell’omosessualità nell’uomo?”. È inserita nel gruppo di domande su diagnosi, genetica, malattie e comportamenti da tenere dinnanzi a certe malattie.

La segnalazione da parte di alcuni studenti è arrivata a Marco Grimaldi, consigliere regionale in Piemonte di Sinistra Italiana, e a Cathy La Torre,  ex consigliera comunale di Sel a Bologna, attivista Lgbt e vicepresidente del Movimento identità transessuale. “Questa domanda è inserita nel contesto di un test su diagnosi, genetica, malattie e comportamenti da tenere dinnanzi a certe malattie. Dunque vogliamo sapere, e lo pretendiamo: se la comunità medica italiana, ritiene ancora che l’omosessualità sia una malattia? Pretendiamo una risposta dalla Conferenza del Presidi delle facoltà di Medicina: perché questa domanda nel 2017?”, si sono indignati i due.

Anche la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, è scandalizzata e ha chiesto l’annullamento del test e conseguenze per chi ha preparato quella domanda. “È di una gravità inaudita quanto accaduto”, ha commentato, “e che l’omosessualità sia stata inserita nella categoria delle malattie”.
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