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Cronaca
31.12.2017 - 15:020
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Per Capodanno, altro che mete tradizionali... fate un giro a Heracleion, dove passarono anche Elena di Troia e Paride

In anni di indagini e ricerche, è stata scoperta una sorprendente città sotterranea, grande come Parigi e più antica di Roma e Alessandria, perfettamente conservata dal Mediterraneo. Il tutto è partito dagli scritti di Erodoto e Strabone... GUARDA FOTO E VIDEO

ABOUKIR (EGITTO) – Immaginate una città, grande come Parigi e antica più di Roma e Alessandria. Possibile? Ci sono voluti anni di ricerca e tecnologie, ma un ex consulente finanziario, con un nonno che era esploratore subacque, l’ha scoperta.

Ma probabilmente non riuscirà mai a vedere tutto, a trovare tutti i tesori: sono previsti almeno due secoli prima di scoprirla tutta, e Franck Goddio, oggi 70enne, ci lavora dal 1999.

Ecco a voi, se non ci credete, Heracleion: prende il nome dal dio greco Ercole ed era la Venezia dell’antichità. Nasconde templi, muri, 700 anfore e 70 imbarcazioni, gioielli, monete, piatti e persino una boccetta di profumo ateniese decorata con una pantera. Qualcosa è in mostra al museo di Alessandria, la maggior parte della città, perfettamente conservata, è rimasta sott’acqua, come vuole l’Unesco.

Affascinati da immagini e video? Sentite allora le leggende che parlano di Heracleion. Costruita su una rete di canali, lungo i quali scorrevano le processioni per Osiride, dio dell’Oltretomba, Heracleion, detta Thonis dagli egizi, era il porto obbligato per entrare nel Regno dell’Egitto e uno snodo per i commerci marittimi internazionali. Ne parlò pure lo storico greco Erodoto nel V secolo a.C. e, tra i vip di passaggio, si dice che vi furono Elena e il suo amante Paride, che vi fecero tappa prima della guerra di Troia.

Probabilmente, è sprofondata a causa del peso degli edifici – tra cui templi e statue colossali – costruiti su una base di argilla, complici un maremoto o un terremoto. In fondo, una fortuna, dato che è ancora conservata in modo impeccabile. L’area mappata fino ad adesso è larga undici chilometri e lunga 15 ed è stata scoperta grazie ai testi di Erodoto e del geografo Strabone, poi è intervenuta la tecnologia: i sonar, la batimetria e soprattutto la risonanza magnetica nucleare, che, misurando i valori elettromagnetici della terra, crea mappe dei fondali estremamente precise, individuando i possibili reperti, e un sistema di montacarichi, aerostati e gru, con cui gli archeologi hanno fatto emergere statue da più di 5 tonnellate.

Pronti per un giro virtuale?
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