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19.01.2018 - 20:560
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

UDC, via all'iniziativa madre. "Una manna dal cielo". "Col sì, probabile che si debbano disdire tutti i bilaterali".

A Bellinzona presente anche il presidente nazionale Albert Rösti. "Qui si sentono maggiormente le conseguenze negative della libera circolazione". Chiesa: "economia e sindacati vanno a braccetto sostenendola, perché sono i vincitori di un'economia senza regole". La Lega assicura l'appoggio

BELLINZONA – Se ne è tanto parlato, e ora è realtà. L’UDC ha lanciato la campagna di raccolta delle firme per l’iniziativa che vuol mandare alle urne il popolo sulla libera circolazione delle persone, cercando di disdirla: comunque andrà, sarà un punto di svolta importante per la politica svizzera.

“Questa iniziativa è manna dal cielo”, ha detto con orgoglio Piero Marchesi, presidente della sezione cantonale. “Sono molto soddisfatto della determinazione dell'UDC Svizzera e dell'attenzione riservata al nostro Cantone. Abbiamo apprezzato particolarmente il fatto che il nostro Consigliere nazionale Marco Chiesa abbia potuto illustrare alla stampa nazionale, in occasione della conferenza stampa a Berna,  i problemi che vive il nostro Cantone, in primis la sostituzione della manodopera e il dumping salariale. Ora sta a noi raccogliere il maggior sostegno possibile per dimostrare quanto la libera circolazione è e rimane la preoccupazione principale dei ticinesi”.

Ospite d’onore alla presentazione alla stampa di questa mattina era il presidente nazionale, Albert Rösti. “Sono venuto in Ticino, su invito della nostra sezione, dove si sentono maggiormente le conseguente negative della libera circolazione”, ha esordito. “Noi non vogliamo una Svizzera di 10 milioni di abitanti e vogliamo ritornare a gestire autonomamente l'immigrazione”.

In caso di sì, la politica svizzera verso l’Europa cambierà necessariamente, e Rösti lo sa. “Se questa iniziativa avrà successo il Consiglio Federale dovrà necessariamente rescindere la libera circolazione anche se ciò potrebbe causare la disdetta del pacchetto dei bilaterali I, composto dal altri sei accordi. Un pacchetto che porta comunque enormi benefici all'Unione europea, più che a noi svizzeri”.

“Il Ticino ha sofferto un vero e proprio degrado del mercato del lavoro da quando è venuta meno nel giugno 2004 la preferenza indigena e nel giugno 2007 sono stati tolti i contingenti”, ha ribadito Marco Chiesa, elencando qualche dato: “oggi contiamo 21'000 sottoccupati, 41'000 frontalieri nel settore terziario (un aumento del 145%), un'esplosione dei beneficiari dell'assistenza (da 3'400 nel 2004 a 8'200 nel 2017) e un tasso di disoccupazione giovanile ILO superiore al 10% e 17 contratti normali che testimoniano la presenza di dumping salariale. E mentre tutto questo sta accadendo, economia e sindacati vanno a braccetto sostenendo ancora la necessità di mantenere la libera circolazione delle persone. Forse perché sono i veri vincitori di un'immigrazione senza regole”.

Roberta Pantani ha ribadito che la Lega dei ticinesi sarà nella partita affianco all'UDC e ha salutato l'avvio della raccolta firme.

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