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Cronaca
07.03.2018 - 15:150
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Tre incidenti gravi. Un tratto pericoloso, reso ancor più rischioso da un cambio di binari. Dopo sei anni, un proscioglimento, un ricorso e un decreto d'accusa, si va in aula

L'ex direttore delle Ferrovie Luganesi Giorgio Marcionni comparirà a processi per la serie di incidenti accaduti sei anni orsono presso il passaggio a livello di Caslano: cambiando i binari, si aumentava il pericolo in una zona già insidiosa, e tre feriti sporsero denuncia. Intervenne anche Cattaneo

BELLINZONA – Nel 2012, tre ciclisti riportarono ferite gravi attraversando i binari della Ferrovia Lugano-Ponte Tresa al passaggio a livello di Caslano. E ora il caso approda in Pretura, con a processo l’allora direttore delle Ferrovie Luganesi, Giorgio Marcionni.

Un ciclista, attraversando i binari, riportò la rottura del femore, a seguito della quale gli si accorciò una gamba, costringendolo a un’invalidità del 10%. Una donna per contro ruppe un braccio, riportando una menomazione permanente, mentre un altro ciclista fu ricoverato per un trauma cranico e subì un’operazione, oltre a un trauma toracico e altri problemi.

Da poco tempo, erano stati cambiati i binari della Ferrovia: quelli nuovi erano di 10 centimetri più lunghi dei vecchi, risultando dunque più rischiosi per chi passava in bici. Non furono adottati provvedimenti per aumentare la sicurezza, e così Giorgio Marcionni era stato denunciato dai tre, tramite l’avvocato Rocco Taminelli, per negligenza.

Inizialmente, il caso finì in niente poichè il procuratore pubblico Arturo Garzoni optò per un proscioglimento, ma Taminelli non mollò e si appellò alla Corte dei reclami penali, che rinviò il dossier alla Procura. Nel frattempo, anche Rocco Cattaneo si attivò presso il Dipartimento del Territorio per chiedere di intervenire presso la direzione della Ferrovia, per ovviare a una situazione pericolosa.

Poi Garzoli ha optato per un decreto d’accusa,  proponendo una pena di 30 aliquote da 140 franchi sospesa condizionalmente per due anni per Marcionni, con l’accusa di lesioni colpose gravi. A quanto pare, fin dal 2009 si era a conoscenza del fatto che quel tratto fosse pericoloso, a causa dell’angolo eccessivamente acuto dell’intersecazione dei binari, che poteva provocare lo sprofondamento delle ruote nel solco: con il cambio dei binari, il pericolo aumentò, senza che nessuno fece nulla.

Marcionni si è opposto al decreto, e dunque si andrà in aula, a sei anni di distanza. La notizia, anticipata da liberatv.ch, arriva a pochi giorni da un dibattito in Consiglio Nazionale al termine del quale la piste ciclabili sono state iscritte nelle Costituzione e si è parlato di sicurezza per i ciclisti: Rocco Cattaneo, che anni fa cercò di fare qualcosa per la situazione di Caslano, è stato autore di uno degli interventi più accorati e convincenti in aula.
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