Cronaca
11.04.2018 - 09:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
La metà si interessa di politica estera. Non sempre votano perché non hanno tempo, i temi sono difficili e dubitano che la volontà popolare sia attuata: ecco i giovani del 2017
La fotografia emerge da un rapporto di gfs.bern in merito ai giovani fra i 15 e i 24 anni. Non hanno fiducia nei media, che ritengono troppo sotto pressione, e ancor meno delle Istituzioni, si informano prevalentemente a scuola e trovano importante l'educazione civica
BERNA – I giovani svizzeri tra i 15 e i 25 anni è meno coinvolto nella politica rispetto a qualche tempo fa, hanno poca fiducia negli imprenditori ed anche nei media, però riconoscono che la politica ha la sua importanza e sottolineano quanto sia utile l’educazione civica. Nonostante questo, spesso per mancanza di interesse, di tempo o per l’eccessiva difficoltà degli argomenti in votazione, sovente declina le urne.
È la fotografia che esce dal rapporto di gfs.bern. Curioso è il fatto che il 48% di loro si interessano alla politica internazionale, e solo il 43% di quella nazionale, ma anche ciò è altalenante: nel 2014, con il voto del 9 febbraio, pensavano soprattutto alle votazioni federali, il 2016 è stato l’anno delle elezioni negli USA (c’è una buona conoscenza dei leader stranieri, compresi Erdogan e i francesi). Altri due temi seguiti sono stranieri e questione dei rifugiati e votazioni popolari controverse come l’iniziativa sull’immigrazione di massa o quella sui minareti.
È la scuola ad essere in cima alla classifica degli ambienti dove i giovani raccolgono informazioni per tenersi aggiornati. I media classici come i giornali risultano invece meno rilevanti e rispetto al 2016 perdono chiaramente d’importanza. Probabilmente qui possiamo inscrivere la poca fiducia verso i media e il ruolo centrale dato all’educazione civica.
Per quanto concerne noi giornalisti, una spiegazione fornita è che “il panorama mediatico è cambiato rapidamente negli ultimi anni. La vecchia supremazia dei pochi media tradizionali è sempre più indebolita e sostituita da vari canali di informazione basati sul web- Il compito di fornire e interpretare le informazioni sulla politicadiventa così sempre più diffuso. Sia il cambiamento dei media che la volontà di fornire una copertura mediatica obiettiva e veritiera conducono all’idea che il ruolo del giornalista, come figura che controlla ed espone informazioni sulla politica si sta erodendo sempre più ed è sempre maggiormente sotto pressione. Tutto ciò ha inevitabilmente un impatto anche sulla fiducia”, si legge nel rapporto, dove si cita anche il ruolo della fake news, termine divenuto virale con le elezioni americane.
Nonostante tutto, dato che si informano a scuola, i giovani ritengono importante il ruolo dell’educazione civica, e si ravvisa che è diminuita la trattazione di temi in votazione a livello nazionale.
A proposito di fiducia, solo la metà si fida del Consiglio Federale, più o meno stesse percentuali per l’Amministrazione Cantonale e il Governo del proprio Cantone, leggermente più alti i dati per il Parlamento Nazionale, bassi invece per Municipi e presidenti di partiti. Il fatto che la politica svizzera sia di milizia fa sì che ci si fidi poco anche degli imprenditori, e questo è visto come una forza per loro.
Ci si interessa meno, ma non c’è disaffezione per la politica. Anzi, i giovani ritengono che sia utile. Ma allora, perché non sempre votano? “Tra i motivi che ostacolano la partecipazione giovanile alle votazioni, la maggioranza degli interrogati cita il linguaggio troppo complicato, l’idea che andando a votare non si risolvano i problemi e la mancanza di tempo. Solo per una minoranza, ma ancora tuttavia una parte sostanziale, le ragioni per non partecipare sono il fallimento della politica e dei politici, la mancanza di interesse verso la politica o lo scetticismo sull'esatta attuazione della volontà popolare. L’impatto negativo maggiore sulla disponibilità a partecipare si ha se si accetta l’argomententazione che votare è troppo complicato. Il secondo fattore negativo più importante è la mancanza d’interesse per la politica. Per stare alla larga dalla domenica di votazioni anch la mancanza di coinvolgimento gioca, seppure in maniera meno intensa, un ruolo significativo”, si legge.