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Cronaca
15.05.2018 - 11:270
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Quelle chiamate al Telefono Azzurro, sintomo di bisogno. La data del 15 maggio è casuale? Nel poligono di tiro pare si inneggi all'estrema destra. Chi ha venduto le cartucce parla di un bravo ragazzo

Si continua a indagare a 360° sulla mancata strage alla Commercio: sarebbe avvenuta oggi, secondo quanto si sa. Il titolare del negozio che ha venduto 150 cartucce al giovane gli ha chiesto cosa ci facesse con la Parabellum, lui ha risposto di averla ereditata dal nonno e di andare allo stand di tiro a sparare

BELLINZONA – Avrebbe colpito oggi. Chissà quanti studenti, soprattutto quelli di terza, recandosi alla Commercio, oggi, ci hanno pensato. Gli esami per alcune classi sono stati rinviati, tanto è lo shock che rimane nei ragazzi. La notizia della sventata strage non è ancora stata assorbita.

Il loro compagno alla Clinica Psichiatrica di Mendrisio intanto a quanto pare piange e chiede dei genitori. Sarebbe stato egli stesso a svelare di essersi rivolto per un aiuto al Telefono Amico, nei giorni precedenti l’arresto, segno che aveva bisogno e non stava bene, contrariamente a quanto ha affermato il padre.

Ma oggi, esami a parte, sarebbe stata una data casuale? Si sta cercando, oltre al movente, di capirlo. Nel 1948, il 15 maggio è stato il primo giorno effettivo dello stato di Israele, nel 1974 ci fu lo storico massacro di Ma’alot, ma non ci sa se ci sia qualche aggancio. Il giovane leggeva il Mein Kampft, per cui nulla è da escludere. Secondo voci, il poligono di tiro dove andava a tirare esponeva vessilli nazisti e inneggianti anche al fascismo. Il 19enne oltretutto sarebbe stato morbosamente interessato agli autori delle stragi con armi in America.

A La Regione ha parlato il titolare del negozio di articoli di caccia e pesca dove ha acquistato 150 cartucce: 50 colpi per una calibro 45 e 100 per la ‘Parabellum’, un’arma che era usata dall’esercito elvetico e non è più in produzione da decenni. “Gli ho chiesto cosa ci facesse con la ‘Parabellum’. Mi ha detto che l’aveva ereditata dal nonno e andava a sparare allo stand di tiro. Ho fatto le verifiche, gli ho chiesto un documento di identità, era maggiorenne. Mi è sembrato un bravo ragazzo, posato, uno a posto”, ha detto.

Il ragazzo ha dovuto, come di prassi, firmare un foglio coi suoi dati. Il titolare del negozio ha spiegato che in caso di dubbi si chiede di vedere l’arma, se i sospetti sono forti si domanda il casellario giudiziario oppure non si vende niente. Non è stato il caso del 19enne, che si rivolgeva a quel negozio per la prima volta. Lo si può verificare del foglio che certifica che il Servizio armi, esplosivi e sicurezza privata della Polizia cantonale ha autorizzato l’acquisto, obbligatorio se si vogliono comparare pistole, rivoltelle, carabine, fucili sia automatici sia a ripetizione, fucili a pompa o a leva. Una copia resta alle autorità, una a chi ha acquistato l’arma e una a chi l’ha venduta, e qui non ve ne sono.
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