BERNA – Molto spesso, si usa il verbo “stalkerare”, sapendo di utilizzarlo non nella sua accezione corretta. Lo stalking è infatti un reato penale e qualcosa di orrendo, mentre sovente si pensa semplicemente a “spiare, farsi i fatti degli altri”.
D’altra parte, i social sembrano nati per quello, e al giorno d’oggi i corteggiamenti nascono spesso dai like strategici e dall’osservazione di commenti e ‘mi piace’ per risalire ai rapporti e alle abitudini della persona che interessa.
Non dovrebbe dunque stupire che lo stesso avviene con i vicini di casa! La maggioranza degli svizzeri vuol sapere di più su chi abita nella stessa palazzina oppure di fronte: stato civile, professione, numero di figli o di animali.
Se l’85% degli intervistati per un sondaggio di homegate.ch conosce i nomi dei vicini, molti di essi vorrebbero saperne di più. Uno su cinque ha usato i social per il suo scopo.
In particolare, si digita su Facebook, oppure su Instagram o Linkedin.
I rapporti di buon vicinato sono ovviamente importanti, per il quieto vivere e per chi ha figli che potrebbero giocare coi figli dei vicini.
Ma probabilmente questa tendenza mette ancora una volta in luce la difficoltà a concretizzare le relazioni al giorno d’oggi: una volta, si dice, quando arrivava un nuovo inquilino, lo si accoglieva con un cesto di cibo o un caffè di saluto, due chiacchiere.
Ora spesso non ci si incrocia mai ma si vuol sapere di più sull’altro. Come a dire, osservo ma non faccio un passo. Una triste realtà.