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Cronaca
09.10.2015 - 16:590
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Pozzo Polenta, il PS se la prende con la Centonze

«Ci hanno presi in giro!», affermano i socialisti. Richiesta un’area verde a uso della popolazione

BELLINZONA - «Riteniamo una sconfitta per l’intera collettività il fatto che la magistratura abbia dovuto abbandonare per mancanza di prove l’inchiesta penale, istruita per far chiarezza sui responsabili dell’inquinamento di falda al Pozzo Polenta». Così si esprime il Partito socialista sulla prescrizione dell’indagine sul pozzo Polenta. «In questo senso riteniamo molto grave la completa mancanza di collaborazione da parte del gestore della pompa di benzina (Centonze, ndr.) nelle indagini volte a identificare i responsabili». Infatti – ricorda il PS – in una risposta ad un’interrogazione del granconsigliere Ivo Durisch il governo aveva affermato che «i lavori di indagine dettagliata non sono però fino ad ora stati eseguiti in quanto il gestore della stazione di servizio ha ostacolato l’accesso alla stessa ed ha inoltrato un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato». «È troppo facile arricchirsi con le concessioni cantonali in ambito di idrocarburi e poi rifiutarsi di collaborare quando qualcosa va storto!», si legge ancora nel comunicato. «Forse che l’ente pubblico fa comodo solo quando se ne può trarre un profitto personale? Come cittadini noi ci sentiamo presi in giro!». Il PS auspica quindi che ora attraverso la procedura amministrativa in corso si possano identificare i responsabili dell’inquinamento e che questi siano chiamati a risarcire almeno i costi per risanare il sito inquinato. Un risanamento che comunque non riuscirà a riportare in vita il pozzo di captazione. «Ci rammarichiamo comunque che il comune di Morbio Inferiore non sembri voler riattivare la fonte di captazione. Ci risulta che i terreni situati sulla attuale zona di protezione S2 non siano edificabili e viste le normative federali entrate in vigore a giugno del 2014 non sarà nemmeno possibile renderli edificabili», conclude il PS. «Speriamo quindi che quest’area, se non più pozzo di captazione, possa diventare un’area verde a uso della popolazione. Sarebbe un compenso minimo per il danno subito».
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