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Cronaca
12.02.2016 - 16:300
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

«Riposa in pace Pozzo Polenta: oltre i danni le beffe»

I Verdi del Mendrisiotto si indignano per la richiesta di risarcimento inoltrata dalla Centonze. «Incredibile che il colpevole sia ancora a piede libero»

MORBIO - I Verdi del Mendrisiotto prendono posizione sulla richiesta di risarcimento danni presentata dalla Centonze per il caso del Pozzo Polenta, «l’incredibile epilogo di una vicenda che ha segnato irrimediabilmente il Mendrisiotto». «Vien proprio da dire: oltre il danno anche la beffa. Dopo il susseguirsi di cambi di procuratori e specialisti, la tragica vicenda del pozzo Polenta rimane irrisolta e dopo 7 anni il caso è chiuso senza colpevole. Un grave inquinamento da idrocarburi è rimasto impunito», si legge nel comunicato giunto in redazione. «Ma oltre a questo, la Centonze SA, proprietaria di una stazione di benzina confinante con il defunto pozzo polenta, oggi rivendica la posizione di parte lesa e chiede un cospicuo risarcimento, poiché indagata quale possibile responsabile dell’inquinamento del pozzo. Al di là delle ragioni o meno, sottese alla richiesta di risarcimento, resta il fatto che la giustizia non ha saputo proteggere il territorio ed un bene comune qual è l’acqua potabile. Questa vicenda deve perlomeno costituire un imprescindibile precedente per la corretta gestione del territorio e della falda freatica». Quanto accaduto deve servire da lezione, e si devono prendere dei correttivi affinché non accada più. «D’ora innanzi non si dovrà più permettere che in prossimità di un pozzo di acqua potabile si installino delle attività inquinanti o potenzialmente tali. Vicino al pozzo polenta c’erano non solo diverse stazioni di benzina, ma anche uno svincolo autostradale e 4 grandi centri commerciali. Basta!» Poi i Verdi si lasciano andare ad un amaro commento sull'intera vicenda. «I cittadini aspettano ancora una risposta sulle ragioni della lentezza della giustizia. Com’è possibile che un’inchiesta durata 7 anni sia passata di mano in mano da un procuratore all’altro?  Incredibile pensare che un pozzo che forniva acqua potabile a Morbio e dintorni sia morto e il colpevole rimasto a piede libero. Lascia basiti pensare che in questa nostra società chi uccide una fonte di vita, l’acqua, rimanga impunito, e il denaro pubblico serva anche per indennizzare chi si crede, a torto o a ragione, pregiudicato dalle necessarie indagini del caso. Forse un giorno ci renderemo davvero conto che i soldi non si mangiano e nemmeno si bevono». Concludendo con un eloquente «RIP Pozzo Polenta»
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