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Cronaca
26.02.2016 - 16:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Renzetti, fra businnes e cuore. «Qualcosa mi aspetto...»

Il presidente parla del suo interesse per la realizzazione del nuovo polo. «Occasione irripetibile. Vorrei essere l'imprenditore che realizza questo progetto»

LUGANO - Fra gli undici gruppi che hanno manifestato interesse per la realizzazione del nuovo Polo sportivo e degli eventi di Cornaredo ce n'è uno che fa capo ad Angelo Renzetti, presidente del FC Lugano. Un affare, certo, da cui i sentimenti e l'interesse per la futura casa della propria squadra non possono essere esclusi. Abbiamo chiesto al diretto interessato se è davvero così.Cosa l'ha spinta a manifestare interesse per il nuovo polo? Che potenzialità vede in esso? «Il fatto che è un'opera importante per Lugano e per il Ticino in generale. Oltre che come polo sportivo è interessante come progetto, ha potenzialità enormi essendo ubicato in una zona strategica della città, ove ci sono l'uscita della galleria e un park & rail dove la gente può lasciare l'auto e spostarsi tranquillamente. Inoltre c'è una superficie importante di appartamenti e uffici, che dispongono di infrastrutture sul posto: non solo il campo di calcio o la palestra, ma tutto ciò che è annesso allo sport come i medici, la fisioterapia, i prodotti sportivi e alimentari. Il centro avrà una vita tutta sua! Chi lavora per un ufficio e vive lì, in pausa pranzo potrà fare la sua corsetta sulla pista, potrà andare al negozio, a fare la fisioterapia, senza allontanarsi: si creerebbe un brand di tutte queste cose».Si sono presentati gruppi locali, nazionali e internazionali, si aspettava così tanto interesse?«Certo, il progetto interessa tutti. Bisogna però fare attenzione e gestire bene, secondo me siamo noi a doverlo costruire, non deve più succedere come al LAC, con operatori provenienti dall'estero e tante polemiche evitabili. Io mi sono posizionato nella direzione di creare un gruppo variegato d gente che opera sul posto. Deve essere qualcuno legato a Lugano: è il nostro stadio, il nostro polo. Ci saranno degli utili come anche dei rischi ma dobbiamo tenerceli noi».Lei è presidente del Lugano. Se non lo fosse stato, il polo le sarebbe interessato comunque?«Ho concorso anche in altri ambiti, questo dimostra che sono un imprenditore e pertanto legittimato. Evidentemente qui, essendoci il campo di calcio, sono ancor più interessato, per quanto ci metto a livello economico e passionale e perché c'è una licenza da ottenere che si conquista con le infrastrutture, quindi tengo moltissimo che si vada nella direzione giusta». Pensa che il suo ruolo di presidente potrà favorirla in un certo modo? «Non voglio favori, se c'è un po' di riconoscenza per quanto si è fatto tanto meglio. Ovviamente devo avere tutto in regola, con mezzi economici e partners locali capaci. La politica poi sfugge a tutte le logiche».Un affare tra businness e cuore, vero? Costruire lo stadio del futuro la farebbe entrare ancor di più nella storia del Lugano...«Non voglio essere la storia del Lugano, ma ad un certo punto io ci ho messo tutto, anima, soldi, tempo e un po' di salute, ripeto, se c'è un minimo di riconoscenza a parità di condizioni qualcosa mi aspetto. Non soltanto io ma tutti quelli che hanno partecipato con me alla rinascita del Lugano». Si è immaginato fra qualche anno come presidente del Lugano che inaugura il nuovo stadio?«Non è questo lo scopo, non voglio essere megalomane ma solo l'imprenditore che ha lavorato su questo progetto. Poi sarebbe un'emozione, evidentemente». Il suo interesse è anche un segnale alla Città, che significa che non ha nessuna intenzione di far giocare la squadra lontano da Lugano?«Quando avevo parlato di questo è stata una provocazione per far sì che si andasse avanti, perché il polo è un'occasione d'oro per tutto il Luganese e il Ticino. C'è un progetto valido, ci sono i numeri per farlo stare in piedi, non ci sono rischi latenti per il Comune che non può permetterselo, c'è un'economia che dà la possibilità di investire in questi impianti, ci sono i tassi negativi per cui chi ha soldi può investirli tranquillamente: le condizioni quadro sono irripetibili. Ora fa stato la volontà politica».Dunque conferma che il Lugano non giocherà a Castione, come aveva detto provocatoriamente?«Assolutamente, non ne voglio neppure parlare, altrimenti passo per quello che vuol fare dei ricatti e non è nel mio carattere».
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