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Cronaca
20.09.2016 - 16:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Chiesa e la cartina tornasole. «Non credo si potrà applicare il 9 febbraio senza entrare in contrasto con l'UE»

Domani si discuterà al Nazionale la proposta della Commissione delle istituzioni politiche. «Si dovrà gettare la maschera, e vedremo quanta sudditanza c'è verso l'UE. A cui, comunque, non interessa cosa facciamo...»

BERNA - Giorni caldi a livello parlamentare, sia in Ticino con la manovra che a Berna con l'applicazione del 9 febbraio. Domani il Nazionale discuterà infatti della proposta della sua Commissione delle istituzioni politiche, e si prospetta un UDC contro tutti. Marco Chiesa è pronto.È un tema sentitissimo, con che spirito affronta la seduta di domani?«Ieri c'è stato l'incontro fra Juncker e Schneider-Ammann e ciò che ne è emerso è chiarissimo, non frutto di un'interpretazione. "Fate ciò che volete e tanto a noi non andrà bene", sostiene l'UE. L'unica cosa che è stata ottenuta è un ulteriore incontro. Dunque domani mi interessa vedere quanta sudditanza ha il Parlamento verso l'Unione Europea». Dalle sue parole, approvare la proposta non avrebbe senso... «I titoli parlano di nulla di fatto, ma si deve pensare che le versioni diplomatiche sono molto più dolci della realtà, e dunque ci troviamo ancora ai piedi della scala. Per loro, la libera circolazione delle persone è un principio inviolabile. Ancora ieri con la deputazione siamo stati ricevuti dall'ambasciatore francese e ci è stato confermato. Nonostante l'Europa dia dei segnali di stanchezza rispetto a questi principi, non hanno ancora deciso come riformare l'Unione Europea. Noi domani abbiamo due possibilità».Ovvero?«Emanciparci, in un certo senso diventare grandi, e questo vuol dire applicare il 9 febbraio. L'altra opportunità è mostrare sudditanza all'UE, sperando che magari non si arrabbino nemmeno troppo, anche se a loro non importa nulla. Che senso ha ora votare questa proposta? Andrebbe chiesto a chi dirà sì, io non lo farò...»Qual è la sua previsione?«Di capitani coraggiosi al Nazionale ne vedo pochi. Cassis ha parlato di un'alleanza di centro sinistra, intendendo una sinistra ben più ampia. L'ultimo bastione sarà l'UDC e domani avremo la prova dei fatti». Che motivazioni darete a chi è ancora indeciso per seguire la vostra linea?«L'applicazione dell'articolo costituzionale votato il 9 febbraio, che non può essere stiracchiato, annacquato e calpestato a piacimento».Come saranno le posizioni all'interno della deputazione ticinese: ne avete discusso?«Non ne abbiamo parlato, ma sarà un 5 contro 3, con solo io e i leghisti che diremo no. Cosa direi ai 5? Non credo di essere il maestro di nessuno, ciascuno vota secondo la propria coscienza e la propria linea politica, la mia è semplicemente seguire il volere del popolo. Fondamentalmente, io ritengo che la libera circolazione sia sbagliata e che ci servano dei rubinetti che regolino i flussi migratori, e lo sostengo sin dalla prima votazione cui ho partecipato a 18 anni. I bilaterali vanno benissimo a livello commerciali e economico, ma non sui flussi della popolazione: i miei dogmi sono diversi da quelli dell'UE».Domani è un giorno storico?«Qualcuno ha parlato dei sabotatori, domani ci si dovrà togliere la maschera.In caso di sconfitta, cosa farà l'UDC?«Mi auguro che il partito, e penso che potremo farci promotore di questo, decida di raccogliere le firme per disdire la libera circolazione delle persone, come sosteneva Blocher. Sarei estremamente favorevole, se non potessimo applicare quanto votato dal popolo». Si delinea una battaglia anche concettale fra destra e sinistra sull'UE...«Piuttosto tutti contro l'UDC, perché la destra come liberale è troppo paurosa. Domani si deciderà se dare o no uno schiaffo alla popolazione svizzera. Il tema dei rapporti con l'UE non si esaurirà certo con questa votazione che però sarà una cartina tornasole, un crocevia». Se invece passasse il no come proseguirete?«Se vincessimo noi, bisognerebbe applicare la preferenza indigena, mettere i contingenti e i tetti massimi, facendo venire un gran mal di pancia all'UE che a mio avviso non disdirà mai i bilaterali in atto perché la maggior parte sono a loro favore».Anche la proposta di applicazione del Consiglio Federale non era vicino alle vostre idee. Fuori dai denti, Marco Chiesa crede che si potrà applicare il 9 febbraio senza disdire i bilaterali?«Tutti hanno cercato di pasticciare, quando in realtà il testo dell'iniziativa non è annacquabile. Io credo che non ci sia una possibilità di applicare il 9 febbraio senza entrare in collosione con l'UE. BAisognerà avere coraggio».
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