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Cronaca
03.04.2017 - 14:420
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

L'ombra della camorra a Lugano. Indagati dei conti di una famiglia napoletana alla BSI

Tre fratelli avrebbero nascosto dei capitali, ritenendoli al sicuro, nella banca luganese. La DIA indaga su di loro ormai da sei anni, sequestrati beni per 20 milioni di euro

LUGANO – Le mani della camorra, o meglio della famiglia Potenza, nota esponente della mafia napoletana, a Lugano. La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Napoli infatti ha esteso le sue indagini, concentrata sui due personaggi, Bruno, Salvatore e Assunta Potenza, anche nel nostro paese.

Coinvolto parrebbe essere un conto della BSI, dove i due hanno depositato grosse somme di denaro, tentando di metterle al sicuro.

Sotto sequestro sono finiti il noto ristorante “Donna Sophia dal 1931” in centro a Milano e la sala ricevimenti già nota come “Villa delle Ninfe” a Pozzuoli: il totale dei beni interessati dalla misura si aggirerebbe attorno ai 20 milioni.

Chi sono i tre indagati? Si tratta di tre fratelli, appartenenti a una famiglia che alla fine degli anni ’90 ha fatto fortuna con il contrabbando di sigarette, per poi convertirsi al settore dell’usura. Sono nel mirino della DIA dal 2011, quando venne trovata una grossa somma di denaro, otto milioni, nascosti fra le mura domestiche. 10 milioni sono stati sequestrati in quel momento, e gli investigatori hanno capito che dietro gli affari dei tre si nascondeva probabilmente un giro che permetteva di riciclare denaro proveniente da attività illecite.

Conti, appunto, che sarebbero stati depositati presso la BSI di Lugano, ritenuta sicura. Ma ora la DIA è arrivata anche qui, come, prima di essa, la mafia.
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