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Cronaca
06.04.2017 - 12:400
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Scende in campo Lara Comi. "L'Europa prenda urgentemente provvedimenti contro la Svizzera. Situazione che compromette sempre più i rapporti"

Secondo l'eurodeputata, con le chiusure dei valichi il nostro paese viola gli accordi di libero scambio. "Ci sono lavoratori che transitano a quelle ore: prima gli italiani!"

COMO – Le chiusure dei valichi continuano a tener banco. Ora è scesa in campo anche l’eurodeputata italiana Lara Comi, che su Facebook sbotta contro la misura.

Un suo post è di qualche minuto fa: “io sto con gli italiani, perché ci sono centinaia di italiani transfrontalieri che utilizzano i valichi per motivi di lavoro anche negli orari notturni. Per questo ho trovato doveroso contribuire, alle iniziative già intraprese a livello locale e nazionale, inviando una lettera all'Alto Commissario Federica Mogherini per chiedere all'Europa di intervenire urgentemente. Prima gli italiani, prima la tutela dei nostri lavorato”.

Una lettera che ha già scritto, dato che il Corriere di Como la riporta. “Chiedo che vengano presi urgentemente provvedimenti europei contro la Svizzera per il mancato rispetto dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone, a seguito della chiusura dei tre valichi di frontiera, tra Como e Varese, in vigore dal 1° aprile", esordisce Comi.

Poi punta il dito contro presunte discriminazioni verso i frontalieri. "Pur ricordando come l'Italia rappresenti il primo mercato di sbocco per il Cantone, con un tasso di disoccupazione sotto il 4% che rende necessario il supporto dei lavoratori transfrontalieri, da parte della Svizzera sono cresciuti negli ultimi anni sentimenti molto critici nei confronti dell'Italia, con azioni che sfociano in una persistente discriminazione nei confronti dei nostri cittadini".

A suo avviso, "è necessario da parte della Svizzera assicurare l'apertura senza limiti orari dei valichi, tenendo conto che ci sono persone che non hanno orari tradizionali o che raggiungono il posto di lavoro la mattina molto presto. È per questo necessario porre fine a una situazione che desta continua preoccupazione e che compromette sempre di più i rapporti tra Italia e Svizzera”.

Già una ventina di ore fa, attraverso i social, Lara Comi aveva manifestato la sua solidarietà ai sindaci dei comuni in cui si trovano i valichi chiusi. “Sono al fianco dei nostri Sindaci di frontiera per la protesta contro la chiusura dei valichi in Svizzera. Da anni mi batto contro queste discriminazioni che, andando contro gli accordi europei di libero scambio, danneggiano le nostre imprese e i migliaia di italiani e frontalieri. Adesso basta! È ora che anche l'Europa agisca!”.

Scatenando, ovviamente, una serie di commenti, che si dividono fra chi le dà ragione, accusando la Svizzera di “finto perbenismo” e chiede di non mandare più gli italiani a  lavorare in Ticino, oltre che di ritirare i capitali dalla banche. Ma altri fanno notare che difficilmente Lara Comi e la Lombardia sarebbero in grado di assorbire 60mila frontalieri.

Insomma, il tema è più caldo che mai. L’Europa vorrà occuparsi di un caso, marginale come le dogane scelte per il test, che sta infuocando però i rapporti di buon vicinato?
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