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Cronaca
03.06.2019 - 15:040

La Febbre Q, causata dall'inalazione di batteri nella placenti di animali infatti. Diversi casi in Valle Maggia

Il DSS spiega l'origine di una polmonite atipica: nella maggior parte dei casi è asintomatica o presenta sintomi lievi simili a un'influenza, oppure posso sviluppare sintomi acuti come febbre improvvisa, brividi, dolori ai muscoli e alle articolazion

BELLINZONA - Il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) segnala che nelle ultime settimane sono stati diagnosticati alcuni casi di polmonite atipica in persone residenti in Valle Maggia. In base alle analisi di laboratorio è stata diagnosticata la Febbre Q, causata dal batterio Coxiella burnetii, una zoonosi trasmessa alle persone attraverso capre infette. 

La Febbre Q è una zoonosi, cioè una malattia che si trasmette da animali a uomo. Nella maggior parte delle persone che entra in contatto con il batterio Coxiella burnetii, all’origine della malattia, il decorso dell’infezione è asintomatico o presenta sintomi lievi simili a un’influenza. In alcuni casi si possono sviluppare sintomi acuti come aumento improvviso della febbre, brividi, dolori ai muscoli, alle articolazioni e mal di testa e sono possibili complicazioni come la polmonite. In presenza di sintomi è indicata una terapia antibiotica.

Nella maggioranza dei casi le persone si infettano respirando polvere contenente questi batteri (aerosol). Negli animali, questa malattia (Coxiellosi negli animali) può colpire ovicaprini e bovini, ma anche ungulati selvatici e altri animali. Negli animali il decorso è spesso privo di sintomi evidenti, però si possono avere problemi di fertilità e aborti. 

La trasmissione dall’animale alle persone avviene in modo preponderante attraverso l’inalazione (aerosol) dei batteri presenti nelle placente di animali infetti che hanno abortito o partorito normalmente. I più colpiti sono quindi i veterinari e i detentori di questi animali.

In sanità pubblica l’approccio più efficace per tenere sotto controllo situazioni simili è quello definito One-Health, (“una salute”), con l’intervento simultaneo di tutti i partner con competenze specifiche in favore della protezione sanitaria di persone, di animali e dell’ambiente.

Nella fattispecie, la collaborazione tra l’Ufficio del medico cantonale e l’Ufficio del veterinario cantonale ha permesso di individuare alcune aziende detentrici di capre che sono all’origine dell’infezione nelle persone nella bassa Vallemaggia. È risultato, infatti, che le persone infettate hanno tutte avuto contatti più o meno stretti con capre. Il clima secco e ventoso degli scorsi mesi ha verosimilmente favorito il verificarsi di questi casi. Non essendo una malattia a dichiarazione obbligatoria da parte dei medici, l’Ufficio del medico cantonale ha emesso un’informativa ai medici della valle e alle strutture sanitarie della regione affinché la malattia sia prontamente riconosciuta di fronte a un quadro clinico sospetto, in pazienti con una storia di contatti o vicinanza con capre. L’Ufficio del veterinario cantonale ha ordinato una serie di misure volte a ridurre al minimo il rischio d’infezione: la vaccinazione di tutti gli animali delle aziende interessate, il divieto di movimentare gli animali verso altre aziende (ad eccezione degli alpeggi), oltre a un’accurata pulizia e disinfezione delle stalle e di tutte le apparecchiature venute a contatto con gli animali. 

Sebbene la trasmissione attraverso il latte rappresenti un rischio molto basso, in collaborazione con il Laboratorio cantonale, sono state inoltre prese misure precauzionali per garantire la sicurezza dei prodotti caseari di queste aziende, alpeggi compresi: è stato infatti ordinato il divieto di vendita del formaggio a base di latte crudo prodotto presso quei caseifici con animali o latte di mescolanza positivi alla Coxiella nonché l’obbligo di pastorizzazione del latte per le prossime produzioni. 

Il tempestivo intervento coordinato degli Uffici del Veterinario e del Medico cantonale nonché del Laboratorio cantonale, con la buona collaborazione degli operatori sanitari sul territorio e delle aziende interessate, ha permesso di identificare tempestivamente la malattia e la sua origine, limitando le possibili conseguenze e la propagazione ulteriore di questa zoonosi tra le greggi e la popolazione.
 

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