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12.03.2024 - 12:470
Aggiornamento: 13.03.2024 - 20:57

Tragedia in Vallese: “Morti assiderati, hanno scavato una buca nella neve per ripararsi”

Mentre proseguono le ricerche del sesto disperso, il comandante della Polizia cantonale vallesana afferma: “Tutto è stato fatto, sul piano umano e delle risorse. Abbiamo provato l'impossibile. Talvolta dobbiamo inchinarci alla natura”

ZERMATT - Dramma sulle montagne del Vallese: mentre proseguono le ricerche del sesto disperso, si indaga sulle cause del decesso dei cinque alpinisti ritrovati senza vita nei pressi della Tête Blanche, al confine tra Vallese e Italia, a circa 3500 metri di quota (la montagna culmina a 3710).

Le ricerche e il ritrovamento. Le cause del decesso

Per certo si sa che il meteo era particolarmente avverso lo scorso fine settimana, e che il gruppo è stato travolto da una valanga. Tuttavia, non sarebbe stata quest’ultima a uccidere gli escursionisti, bensì le condizioni estreme di gelo in cui si sono trovati intrappolati e che hanno reso impossibile qualsiasi intervento con l’elicottero, malgrado fossero stati allertati i soccorsi anche sul versante italiano. L’ipotesi più plausibile al momento è che la la comitiva sia morta per ipotermia; probabilmente i sei hanno perso l’orientamento nella tempesta di neve e hanno tentato di scavare una buca per ripararsi. Hanno provato ad allertare i soccorsi, che sono intervenuti con un ingente dispiego di forze sia via terra che con 11 elicotteri (3 elicotteri d’Air-Glaciers, 3 d’Air Zermatt, 3 della Rega e 2 Super Puma dell’armata più una dozzina di medici e una colonna di soccorsi a piedi) ma, come riferisce il capo di Air Zermatt Anjan Truffer, non era possibile fare praticamente nulla date le condizioni meteorologiche proibitive. Eppure la giornata era stata buona inizialmente, al mattino le condizioni erano accettabili. Ma si sa che in montagna il tempo peggiora rapidamente e in modo imprevisto.

Le vittime avevano tra i 21 e i 58 anni ed erano tutti alpinisti esperti. Alcuni di essi si stavano allenando per la Patrouille des glaciers, nota gara di scialpinismo internazionale in programma per metà aprile. Erano partiti sabato scorso da Zermatt con l’intento di raggiungere Arolla in giornata. Cinque di essi appartenevano alla stessa famiglia ed erano originari di Vex, in Val d’Herens: tre fratelli, un cugino, uno zio; con loro era anche un’amica di Friborgo.  L’identificazione formale dei corpi è ancora in corso, tuttavia è trapelato che uno dei deceduti era consigliere comunale del piccolo paese vallesano e quadro della Polizia cantonale.

“È la montagna a decidere”

“Non perdiamo le speranze e faremo tutto il possibile per ritrovare il sesto disperso, ma dobbiamo essere realistici riguardo le condizioni in cui si è trovato nelle ultime 48 ore”, ha dichiarato Christian Varone, comandante della polizia cantonale del Vallese, aggiungendo che “Tutto è stato fatto, sul piano umano e delle risorse. Abbiamo provato l'impossibile. Talvolta dobbiamo inchinarci alla natura. È la montagna a decidere”, ha concluso.

Gli inquirenti tendono ad imputare il dramma alle forze della natura. La procuratrice Beatrice Pilloud ha fatto presente come in montagna il meteo sia imprevedibile e ha invitato a “non giudicare le persone” e ad “aver rispetto nei loro confronti e dei famigliari”; tuttavia, Anjan Truffer, guida alpina e responsabile del soccorso alpino per Zermatt, ritiene palese che la responsabilità sia degli scialpinisti. “È certamente negligente intraprendere tali tour con queste previsioni meteo”, ha dichiarato in un'intervista pubblicata dal Blick.

Una tragedia simile

Nella stessa zona avvenne una tragedia simile nell’aprile del 2018, nella regione delle Pigne d'Arolla. In quell’occasione, in condizioni simili, morirono sette persone.

La veglia funebre

Una veglia funebre si è svolta lunedì sera a Vex in memoria dei cinque alpinisti morti e della sesta persona ancora data per dispersa. Alla presenza di 300 persone si è tenuto un concerto di musica classica, successivamente davanti alla chieda del paesino è stato disegnato un cuore con delle candele accese.

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