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21.03.2024 - 09:370

Vorrei donare, ma non so come fare... Nasce in Ticino la "madre di tutte le fondazioni": democratica e inclusiva

Paolo Bernasconi, Luigi Pedrazzini, Maria Galliani e Giorgio Panzera hanno presentato il progetto che intende "rivoluzionare" il settore a beneficio dell'intera comunità

Di Marco Bazzi

I soldi ci sono, e sono tanti. Soldi che molte persone, più o meno benestanti – non per forza super ricchi - vorrebbero, giunte a un certo punto della loro vita - spesso senza eredi - destinare ad attività filantropiche di vario genere: sociale, culturale, formativo, ambientale… E di quei soldi, oggi più che mai, c’è un grande bisogno.

Pensiamo, per esempio, all’ambito sociale, dove le drammatiche fotografie di studi e statistiche certificano la realtà di una società sempre più povera. Una società nella quale associazioni e organizzazioni che operano in modo sussidiario rispetto all’ente pubblico sono spesso un’àncora di salvezza per persone e famiglie in difficoltà economiche.

I soldi ci sono, dicevamo, ma spesso chi vorrebbe donarli, o destinarli a un progetto, non sa come fare. Proprietà immobiliari, capitali o altri beni finiscono così in lasciti o donazioni che non hanno un reale effetto positivo e moltiplicativo sulla comunità sociale.

La Fondazione Mantello Filantropia, presentata oggi al Centro studi bancari di Vezia, che sarà operativa a partire dall’estate, si propone di incanalare fondi di beneficenza, evitando di disperderli in mille rivoli.

Il Consiglio di Fondazione è presieduto dall’ex ministro Luigi Pedrazzini; con lui, l’ex procuratrice pubblica Maria Galliani, con il ruolo di vicepresidente, e quattro membri: Ivano d’Andrea, Caterina Donati, Victor Massiah e Franco Polloni. L’avvocato Paolo Bernasconi fungerà da segretario del Consiglio, mentre Giorgio Panzera è stato designato direttore della Fondazione.

Si potrebbe definirla “la madre di tutte le fondazioni”, o, come hanno affermato i relatori, una “casa delle fondazioni”, o ancora una fondazione “democratica, sostenibile e inclusiva”. Si tratta di un ente indipendente e di “un veicolo filantropico di nuova generazione”, che offre la possibilità di creare fondi filantropici con una gestione centralizzata e sostiene organizzazioni non profit, orientando le proprie attività verso l'efficacia e l'efficienza.

Garantisce inoltre ai donatori “la massima focalizzazione sulle finalità filantropiche prescelte”, una governance chiara e la massima trasparenza.

Ma perché creare una Fondazione Mantello? Lo hanno spiegato Pedrazzini e Galliani.

Luigi Pedrazzini: le somme da capogiro delle fondazioni svizzere

“Negli ultimi dieci anni – ha spiegato l’ex consigliere di Stato - il capitale delle fondazioni in Svizzera è raddoppiato passando da 70 a 140 miliardi di franchi, e tutto lascia ritenere, arrivando vicino alla pensione la generazione dei baby boomer, che la crescita continuerà. È un dato positivo perché dimostra l’esistenza di importantissime risorse che possono essere mobilitate, erogate a beneficio del raggiungimento di importanti obiettivi di interesse pubblico, d’ordine sociale e culturale, e pertanto a beneficio di enti, associazioni, ma anche singole persone, di singoli fruitori e tutto ciò con positivi effetti per gli enti pubblici e per l’intera comunità”.

Il nuovo veicolo filantropico che proponiamo, ha aggiunto, è una fondazione erogativa (quindi orientata all’aiuto), e “si propone quale partner di fondazioni esistenti, quale facilitatore di progetti erogativi, quale assuntore di compiti distribuitivi con l’obiettivo primario di dare efficacia al sistema nel rispetto delle intenzioni dei fondatori e dei donatori”.

Maria Galliani: "Oltre cento milioni inutilizzati"

Insomma, i capitali in dotazione alle fondazioni sono raddoppiati in 10 anni raggiungendo somme da capogiro. Ma…

Maria Galliani, ha sottolineato che nel 2022 il Ticino contava ben 828 fondazioni e si poneva al sesto posto tra i Cantoni con il maggior numero e – rispetto alla popolazione - con la maggior densità di fondazioni. Ma, appunto, c’è un ma…

“Circa 266 di queste fondazioni hanno un capitale uguale o inferiore a un milione di franchi e sono considerate inattive o dormienti, perché non riescono più a elargire contributi, visto che da statuto possono utilizzare unicamente il reddito degli investimenti del capitale di fondazione. A ciò va aggiunto che la gestione di una fondazione ha dei costi amministrativi che riducono ulteriormente la capacità di erogare contributi”.

Quindi, circa un quinto delle fondazioni ticinesi non è più in grado di adempiere al proprio scopo. E oltre cento milioni di franchi, su un totale di circa 2 miliardi che stanno “in pancia” alle fondazioni ticinesi, “non possono essere utilizzati e nemmeno portano introiti allo Stato, ritenuto come si tratti di capitale non imponibile fiscalmente”.

Uno degli obiettivi della Fondazione Mantello, ha aggiunto l’ex magistrata, “è proprio quello di facilitare l’accesso al piacere della filantropia, aprendo il settore filantropico a chiunque disponga di un capitale anche limitato e desideri contribuire a risolvere i problemi cui è confrontata la nostra società. Anche perché, va tenuto presente che secondo il bilancio demografico del 2022, il trend delle famiglie ticinesi è quello di fare meno figli, tant’è che nel 2022 il 40 per cento delle economie domestiche ticinesi era composto da una persona sola. Tendenzialmente in futuro avremo quindi sempre meno capitali che verranno tramandati ai discendenti, con un’alta probabilità che i beni della successione verranno immessi nel “patrimonio filantropico ticinese”, senza che forzatamente si tratti di capitali importanti”.

Giorgio Panzera: "Quando la filantropia è inefficace"

Il direttore Giorgio Panzera ha spiegato che, proprio a causa delle dotazioni insufficienti, oltre la metà delle fondazioni create in Svizzera dal 2010 ad oggi sono già state liquidate. “Una fondazione non è più considerata ‘per sempre’, se non dispone di un capitale di almeno 10 milioni”. Quindi, nel 52 per cento dai casi la filantropia non è stata efficace ed efficiente, “poiché il fatto di aver costituito e in breve tempo liquidato una fondazione, ha generato dei costi importanti che sono stati sottratti alla filantropia.

Infine, ha osservato Panzera, la filantropia è un’attività sempre più spesso realizzata in vita e non dopo la morte: “I fondatori e le fondatrici di veicoli filantropici si intendono loro stessi agenti del cambiamento, vogliono sperimentare, decidere, poter vedere con i propri occhi per dare un’impronta al proprio progetto, al fine di ridare alla società quello che loro hanno guadagnato”.

Stefano Rizzi: "Progetti vitali per il nostro sviluppo sociale"

Durante la conferenza stampa sono intervenuti anche il direttore dell’Associazione bancaria ticinese, Franco Citterio, e il direttore della Divisione economia, Stefano Rizzi. Quest’ultimo ha risposto indirettamente a chi pensa che i soldi delle fondazioni siano una formula elegante per evitare l’imposizione fiscale. “La Fondazione Mantello Filantropia – ha detto - simboleggia la nostra determinazione collettiva a costruire un futuro sostenibile per il Ticino. E dimostra un impegno costante verso il sostegno di progetti di pubblica utilità, che sono vitali per il nostro sviluppo sociale ed economico”.

 

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