CRONACA
Disagio in Polizia cantonale: 7 agenti su 10 hanno pensato di andarsene
Una risoluzione dei tre sindacati chiede interventi urgenti, più ascolto e un tavolo di lavoro con la Direzione
TIPRESS

BELLINZONA – «Solo il 43% del personale descrive il clima lavorativo come positivo o molto positivo». È uno dei dati più allarmanti contenuti nella risoluzione assembleare approvata dai tre sindacati della Polizia cantonale – OCST, FSFP e VPOD – che lanciano un segnale d’allarme sulla tenuta interna del Corpo e sulla gestione della sua Direzione.

Nel documento, sottoscritto da Giorgio Fonio, Mattia Bosco, Ivan Cimbri ed Edoardo Cappelletti, si parla apertamente di pressioni crescenti, carichi di lavoro insostenibili, scarsa comunicazione e mancanza di riconoscimento. La fotografia scattata dal sondaggio 2025, spiegano i sindacati, «mette in evidenza un disagio diffuso che rischia di compromettere la motivazione, la salute psicofisica e la capacità della Polizia cantonale di trattenere le proprie risorse qualificate».

Un capitale umano sotto pressione


Nella premessa si ricorda che il capitale umano della Polizia rappresenta «un autentico patrimonio di competenze e valori, riconosciuto e apprezzato dalla cittadinanza», ma che oggi questo patrimonio è messo a dura prova.

Il sondaggio rivela un quadro preoccupante:

il 41% del personale ritiene che i vertici si occupino dei problemi solo di rado o mai;
solo il 16% si sente supportato dai superiori diretti;
il 66% non si sente valorizzato e il 72% non ritiene di ricevere il giusto riconoscimento per il proprio impegno;
il 66% non ha sufficiente tempo di recupero e il 63% si sente sotto pressione per carenza di personale;
il 78% giudica insufficienti le risorse operative.
Ancor più grave, il 72% ha pensato almeno una volta di lasciare il Corpo e un quarto del personale sta già cercando un nuovo impiego. Disturbi del sonno e dell’alimentazione sono frequenti in tutti i reparti, anche tra il personale amministrativo, segnalando un malessere generalizzato.

Fiducia nella base, non nei vertici


Non mancano però elementi positivi: l’85% del personale dichiara di sentirsi parte integrante dell’istituzione e il 90% evidenzia un forte spirito di solidarietà e collaborazione tra colleghi, valori superiori alla media nazionale. È un segnale che, secondo i sindacati, «dimostra la forza del capitale umano e sociale interno, che va preservato e valorizzato».

Le richieste dei sindacati


L’assemblea chiede ora interventi immediati della Direzione e del Dipartimento delle istituzioni, nonché un tavolo di lavoro paritetico con le rappresentanze sindacali.


Cinque i punti principali della risoluzione:

Intervento immediato della Direzione per affrontare le criticità gestionali: migliore distribuzione dei carichi di lavoro, rafforzamento della conciliabilità famiglia-lavoro, valorizzazione delle competenze, formazione dei quadri, comunicazione interna più efficace.
Coinvolgimento del Dipartimento e del Governo, con la presentazione degli esiti del sondaggio e l’attuazione di misure politiche adeguate.
Tavolo paritetico di confronto, incaricato di analizzare i dati, proporre un piano di intervento e monitorare l’attuazione delle misure.
Istituzione di un sistema periodico di ascolto del personale, con feedback regolari verso la Direzione.
Coinvolgimento attivo della base nei processi decisionali e nelle riforme organizzative.


Un appello alla responsabilità


«La mancata risposta alle criticità rischia di compromettere la salute del personale e la fiducia nell’istituzione», avverte la risoluzione, che invita il Comando e il Consiglio di Stato a intervenire con urgenza.

I tre sindacati concludono riconoscendo i valori e la dedizione del personale, ma sottolineano che «senza un cambiamento di rotta la Polizia cantonale rischia di perdere la sua risorsa più preziosa: le donne e gli uomini che ogni giorno garantiscono la sicurezza del nostro Cantone».

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