L’ordigno ha distrutto due auto e danneggiato la facciata dell’abitazione. Il conduttore di Report: “Non mi fermeranno”
ROMA – Paura nella notte tra giovedì e venerdì per Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore della trasmissione d’inchiesta Report su Rai3. Un ordigno esplosivo è deflagrato sotto la sua auto parcheggiata davanti all’abitazione di famiglia a Campo Ascolano, sul litorale laziale, distruggendo completamente il veicolo e danneggiando anche una seconda vettura appartenente alla figlia, oltre alla facciata di una casa vicina.
Secondo le prime ricostruzioni, la bomba artigianale era stata collocata sotto la macchina e sarebbe esplosa poco dopo che la figlia del giornalista era rientrata a casa, a circa venti minuti dal suo arrivo. Nessuno è rimasto ferito, ma la potenza dello scoppio è stata tale da poter causare gravi conseguenze se qualcuno si fosse trovato nei pressi al momento dell’esplosione.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri, la Digos, i vigili del fuoco e gli specialisti della scientifica, che stanno raccogliendo elementi per risalire alla natura dell’esplosivo e alla matrice dell’attentato. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Roma.
Ranucci, che da anni è oggetto di minacce e intimidazioni, ha dichiarato che continuerà il proprio lavoro “con serenità e determinazione”. “Sembra si tratti di un ordigno rudimentale – ha detto – ma ora occorre capire chi c’è dietro e perché. Io non mi fermerò.”
L’attentato ha suscitato profonda indignazione e una valanga di solidarietà dal mondo politico, giornalistico e istituzionale. Dalla presidente del Consiglio al ministro dell’Interno, fino ai vertici Rai e alla Federazione nazionale della stampa, tutti hanno espresso sostegno al conduttore e una ferma condanna per un atto definito “vigliacco e gravissimo”, che colpisce al cuore la libertà di informazione. La Premièr Giorgia Meloni ha espresso piena solidarietà a Ranucci e condannato l’episodio come “atto di gravità inaudita”, sottolineando che la libertà e l’indipendenza dell’informazione sono pilastri della democrazia.
Ranucci è tuttora sotto tutela e già da tempo vive sotto scorta a causa delle minacce legate alla sua attività di giornalista investigativo. L’attacco di questa notte rappresenta un salto di qualità inquietante nelle intimidazioni contro la stampa libera e riapre il dibattito sulla sicurezza dei cronisti che si occupano di corruzione, criminalità e poteri occulti.