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Economia
05.04.2024 - 11:370

Le aziende assumeranno esperti di intelligenza artificiale anzichè formare i loro dipendenti

Lo si evince da uno studio di Adecco Group in diversi paesi. Il processo porterà a una carenza di competenze, a una difficoltà di reperire forza lavoro qualificata e a un aumento dei salari per chi avrà le conoscenze richieste

ZURIGO - Che impatto avrà l'intelligenza artificiale sul lavoro? Difficile dirlo, perchè si tratta di tecnologie che si stanno sviluppando e il cui potenziale probabilmente non è ancora del tutto noto, ma secondo uno studio sui dirigenti delle C-Suite pubblicato oggi da Adecco Group e svolto in nove paesi diversi, il 61% dei membri dei quadri dirigenziali aziendali sarà un fattore di cambiamento per il proprio settore e l'entusiasmo del momento dovrebbe essere usato come leva di cambiamento per aiutare le organizzazioni a portare avanti i piani di trasformazione. Interessante ciò che emerge in merito a come le aziende desidera implementare l'AI: più tramite nuove assunzioni che con la formazione di chi attualmente è in organico.

Lo studio

Adecco Group, in collaborazione con Oxford Economics, ha intervistato direttori generali, direttori tecnologici, direttori delle risorse umane, direttori finanziari e direttori operativi di settori quali l'aerospaziale, l'automobilistico, l'energia, la sanità, la vendita al dettaglio e la distribuzione negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito, in Germania, Francia, Spagna, Singapore, Australia e Giappone.

Non c'è fiducia sulla comprensione dell'AI da parte dei dirigenti

In ogni caso, pur essendo chiaro che si tratta di cambiamenti importanti, attualmente, solo un'azienda su 10 ha compiuto progressi significativi e si ritiene che CFO e CEO debbano essere più convinti dell'opportunità dell'AI per accelerarne l'adozione e formarsi di conseguenza. Il 57% delle imprese non ha fiducia nella capacità idee di comprendere i "rischi e le opportunità" offerti dall'AI da parte del suo team dirigenziale, ma solo il 43% di questo gruppo ha dichiarato di avere programmi di formazione formale per migliorare le competenze in materia di AI, mentre solo il 50% ha affermato di fornire indicazioni al personale su come utilizzarla nel quotidiano lavorativo. In primis, per tutti, sostiene Adecco,  "le aziende devono creare un quadro di riferimento per l'utilizzo etico e responsabile dell'IA. La costruzione della fiducia digitale è fondamentale per il successo dell'IA sul posto di lavoro. La forza lavoro deve avere fiducia nella tecnologia. Le politiche responsabili in materia di IA sono fondamentali per ottenere il consenso di tutta l'azienda, per costruire la fiducia e per ottenere un vantaggio nell'adozione dell'AI".

Non si forma internamente ma si assumono esperti

Tornando a dati che possono prefigurare il futuro della forza lavoro, "più della metà delle aziende intervistate in alcune delle principali economie mondiali prevede di assumere nuovi talenti per far fronte all'adozione di massa dell'Intelligenza Artificiale (AI) piuttosto che riqualificare i lavoratori esistenti, provocando una corsa alle competenze digitali". Inoltre, "il 62% dei leader afferma che assumerà esperti di alfabetizzazione dei dati all'esterno, rispetto al 36% che dichiara di voler riqualificare o migliorare i team. Allo stesso modo, il 60% prevede di assumere per colmare le lacune in termini di alfabetizzazione digitale, rispetto al 37% che afferma di costruire capacità in questo settore".  

Dunque, si prevede presto una carenza di competenze, il che renderà ancor più difficile trovare forza lavoro qualificata, una problematica che sta già colpendo molte aziende. Infatti, restando in Svizzera, "i risultati del nostro Indice Svizzero della carenza di personale 2024 del Gruppo Adecco mostrano che la carenza di lavoratori qualificati ha raggiunto un picco in Svizzera nel 2022, ma ci sono  segnali che indicano che il problema si protrarrà  nel 2023. Nonostante il calo della crescita dovuto all'attuale rallentamento economico, la carenza di competenze è aumentata del 24%, raggiungendo livelli record. Il reclutamento del personale rimane una sfida per le aziende. I posti vacanti per specialisti della salute, esperti informatici e ingegneri tecnici si stanno rivelando particolarmente difficili da coprire". In questo quadro complesso si inserisce l'AI, con lo studio che ritiene che "i leader aziendali prevedono notevoli sconvolgimenti nel mercato del lavoro in generale, con solo il 46% che dichiara di voler ricollocare i dipendenti che perdono il lavoro a causa dell'IA. Inoltre, il 41% ha dichiarato che entro cinque anni assumerà meno persone a causa della tecnologia". Per contro, "data la domanda prevista di queste competenze, il 37% dei dirigenti aziendali afferma che la retribuzione dei ruoli legati all'AI "aumenterà in modo significativo" nei prossimi 12 mesi, rispetto ad appena il 24% dei colletti bianchi e al 9% dei colletti blu".

Mancano anche creatività e innovazione. L'AI sostituirà il fattore umano? Per i dirigenti no

Ovvero: i professionisti con competenze legate all'intelligenza artificiale guadagneranno di più, ma saranno difficili da reperire. La parte umana non scomparirà, se è vero che "il 57% afferma che il "tocco umano" è ancora più influente dell'IA sul posto di lavoro, mentre la creatività e l'innovazione sono citate come l'area principale in cui le competenze sono carenti". Ma se "le ziende devono affrontare enormi lacune in termini di creatività, innovazione e pensiero critico",  l'AI secondo Adecco "dovrebbe essere utilizzata per sbloccare il potenziale umano, liberandolo dal peso di compiti ad alta intensità di lavoro. L'IA ha inoltre un ruolo fondamentale nel rafforzare le competenze trasferibili e nell'alimentare la mobilità interna".

Il commento del presidente del Gruppo Adecco Svizzera

Marcel Keller, Country President del Gruppo Adecco Svizzera, afferma: "L'intelligenza artificiale sta costringendo molte aziende a ripensarsi e a prendere decisioni impegnative: o ristrutturano in modo specifico alcuni reparti/team o investono nella formazione e nello sviluppo mirato dei dipendenti esistenti. Quest'ultima soluzione è più sostenibile a lungo termine e garantisce che le conoscenze esistenti rimangano all'interno dell'azienda, ma richiede concentrazione, risorse, pazienza e perseveranza". E aggiunge:  "Pur trovandoci in un contesto economico molto dinamico, è fondamentale mantenere la coerenza interna e investire nel potenziale interno per rafforzare la fedeltà dei dipendenti, costruire la fiducia e quindi creare insieme innovazioni e battere la concorrenza. È importante che le persone - più che mai - siano al centro di questo cambiamento. L'intelligenza artificiale è uno strumento utile che aiuta le persone a sviluppare la loro creatività e a realizzare il loro pieno potenziale".

 

 

 

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