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01.07.2016 - 14:570
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Un sistema anacronistico. E gli automobilisti sono sempre vacche da mungere»

Il portavoce del TCS Renato Gazzola spiega che il mobiliti pricing si comporrebbe di due fasi, una di prova e una globale. «La prova è inutile e troppo costosa per Lugano o Bellinzona. Per la seconda fase servirebbero...»

BELLINZONA - Pagare per usare auto o mezzi pubblici nelle ore più calde per il traffico? La Svizzera pare orientata a sviluppare un sistema di mobility pricing, e il Ticino, con Lugano ed anche Bellinzona, si è detto favorevole a ospitare una prova. Abbiamo chiesto a Renato Gazzola, portavoce del Touring Club Svizzero, di spiegarci che cosa cambierebbe e la posizione del TCS.Cosa pensate di queste misure che si pensa di introdurre?«Bisogna distinguere il problema in due. Ciò che è stato presentato ieri a Berna consta di due cose distinte. C'è il progetto di prova che tocca settorialmente alcuni Cantoni o alcune città su base volontaria, promossi dai richiedenti stessi, e poi c'è il discorso più ampio e globale del mobility pricing integrato che arriverà, se tutto va bene, attorno al 2035 e toccherà utenti dei mezzi pubblici di trasporto e quelli dei mezzi privati, tutte le reti stradali comunali, cantonali e federali, tutte le linee ferroviarie e dei mezzi pubblici».Un buon sistema per combattere il traffico?«No, noi siamo contrari. Prendiamo il primo caso, quello della prova: il test è sulla durata di dieci anni, per il quale non c'è ancora una legge, che è in elaborazione a livello federale e sarà presentata alle camere nel corso del 2017. La legge sarà probabilmente referendabile, se si lanciasse un referendum ed esso riuscisse cadrebbe tutta la serie di prove. Noi sosterremo un eventuale referendum? Non lo sappiamo, non conosciamo chi saranno gli attori, chi si metterà a disposizione e come agiranno. Il progetto, che pure sarà in prova solo per 10 anni, e userà una deroga alla Costituzione Federale, che non lo permetterebbe».Perché siete contrari in generale?«Sono prove estremamente costose, con una durata temporale di massimo 10 anni. Se, per esempio, Lugano accetta di fare questo test con un city pricing, i costi sarebbero secondo i nostri calcoli di 200 o 300 milioni solo per installarlo, dopo 10 anni deve cancellare tutto. Potrebbe essere mantenuto? No, perché entrerebbe in gioco quello di natura federale e globale che tocca tutti i mezzi. Il modello federale non può essere introdotto ora, non siamo pronti perché ha bisogno di satelliti per il rilevamento di tutte le tratte percorse, ci sono dei grossi problemi con le ferrovie per calcolare i tragitti che vengono fatti. Viene messo in discussione anche l'abbonamento generale delle ferrovie, o quello a metà tassa, ed è prevista la defiscalizzazione di alcune tasse che l'automobilista paga, in pratica verrebbero a cadere per esempio le tasse di circolazione e sugli oli minerali e sui carburanti. I tempi non sono certo per domani. Oltretutto, la Confederazione ha approvato il Fondo per le ferrovie e il Fondo per le strade negli ultimi anni ed ora cambiamo di nuovo tutto? Lo trovo anacronistico». La prova è necessaria?«Noi siamo contrari al periodo di prova perché se si vogliono raccogliere dei dati ci sono gli esempi di Londra e Stoccolma che danno vagoni di informazioni, non c'è la reale necessità di spendere milioni per una prova limitata nel tempo. Dai dati emerge che non è un buon sistema, perché si porrebbe anche una contrapposizione fra la legge che dovrebbe essere votata e la pianificazione del territorio, che cerca di rendere le città sempre più attraenti mentre l'altra penalizzerebbe l'utente che vuole entrare in città. Inoltre c'è da tener presente, e questo tocca la seconda fase, che ci saranno grossi problemi nella scelta di dove vivere, dove lavorare e come lavorare. Si svuoteranno le valli, perché non ci sarà nessuno che andrà ad abitare in valle per poi pagare delle tasse chilometriche per andare al lavoro. Sia a Stoccolma che a Londra i negozianti a basso valore aggiunto sono spariti dalla città. Infine, la gestione e la manutenzione del sistema prosciugano più del 60% delle entrate: l'investimento iniziale non sarà mai ammortizzato, e se pensiamo che Lugano e il Cantone non hanno soldi... Per farsi belli agli occhi della Confederazione si vanno a sperperare dai 200 ai 300 milioni di franchi per una prova?»In Ticino, gli automobilisti sono tartassati? C'è la tassa di collegamento, e se si aderisse anche a queste prove i costi salirebbero...«Sì, il problema è che per andare a Lugano oltre che la tassa d'entrata si pagherebbe anche quella di collegamento. Essa era nata per essere pagata dai frontalieri, invece per l'80% è sulle spalle dei ticinesi. L'automobilista è un po' la vacca da mungere».
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