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21.11.2016 - 19:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Cadreghe, CdA, espulsioni e decisioni già prese: dentro la polveriera Verdi

Delcò Petralli infuriata per l'accusa di Denti, Crivelli Barella non vuole diventare capoguppo. Secondo Merlo, gli attuali granconsiglieri non saranno ricandidati, e il neo co-coordinatore Schönenberger

BELLINZONA - Un nuovo corso, che si trascina però le scorie di quello vecchio. E neppure i protagonisti ormai sperano più di riuscire a ricucire lo strappo in seno ai Verdi. Stando al Corriere del Ticino, Michela Delcò Petralli non ha per nulla gradito le esternazioni di Franco Denti, che sul Caffè aveva detto che l'ormai ex Coordinatrice se la sarebbe presa con lui, arrivando all'espulsione, per prendere il suo posto all'interno della Commissione della gestione. Anche Claudia Crivelli Barella, che ha cercato, dal momento in cui è subentrata a Savoia in Gran Consiglio (e infatti qualcuno auspica che diventi capogruppo al posto di Maggi, ma lei non pare averne l'intenzione) lo aveva rimproverato in un commento su Facebook: «no, dai, la storia che Michela Delcò Petralli sia una arraffatrice di cadreghe è francamente tendenziosa e astiosa, posso capire il clima ma ricorda che è lei che ha insistito per farti entrare nei Verdi comunque...Tu resti in gestione perché sei stato il più votato, onori e onere a te!». È proprio il fatto di essere stato il più votato che fa sì che Denti siede in gestione, ma della questione si è parlato a lungo nell'infuocata assemblea dell'altro giorno, dove si è votata una modifica di regolamento (in contrasto con le Leggi del legislativo) che dice che chi viene espulso o lascia il partito non potrà sedere in commissione. Tamara Merlo ha pubblicato sui social il suo discorso completo, e emergono alcuni passaggi relativi a Denti, il quale «dando prova di grande maturità, ha rinunciato allo scontro, ha persino rinunciato a difendersi (vi ricordo che è stato espulso da una dozzina scarsa di persone – alcune collegate via skype – che non hanno avuto nemmeno il buon gusto di convocarlo e di sentirlo; senza menzionare il fatto che la trattanda dell'espulsione non era neppure all'ordine del giorno). Franco Denti, che di noi 6 deputati verdi al Gran Consiglio è quello che ha ricevuto più preferenziali non solo in generale, ma addirittura da chi ha votato scheda verde, ha diritto di restare nella Commissione della gestione e ha il sostegno del Gruppo parlamentare. Qui oggi, invece, si fa un'intera assemblea rimaneggiando gli statuti per mettere all'angolo chi, secondo il Comitato, non raggiunge il loro ideale di purezza, chi esprime opinioni differenti, chi si discosta dal monopensiero e dalla monocoltura». Secondo Merlo, nell'anno di coordinamento di Delcò Petralli non si è fatta politica («a meno che non si voglia considerare "far politica" il fatto di criticare, per lo più a posteriori, gli interventi e le posizioni dei granconsiglieri (per giunta in linea con il Programma dei Verdi!), cosa che il Comitato e in particolare la sua presidente Nadia Pittà Buetti non ha mai mancato di fare, anche a mezzo stampa») ma ci si è avvicinati troppo al PS e si è cercato di epurare chi non la pensava e non la pensa come il vertice. Cioè, di fatto, gli aderenti a Noi, l'associazione che, a detta di Denti, presto si ritroverà per discutere del futuro, anche politico: ci sarà dunque presto un nuovo attore sulla scena politica ticinese? E se si, che ripercussioni avrà sul gruppo parlamentare dei verdi, dato che, come dice Merlo, «la (ex, ndr) coordinatrice – sempre rigorosamente a mezzo stampa – ci ha fatto sapere che chi oggi fa parte del gruppo parlamentare non sarà candidato per le prossime Cantonali». Merlo vede anche il futuro dei Verdi a tinte fosche. Non approva il co-coordinamento a cinque, tutti «ben allineati tutti dallo stesso lato (monocoltura, come detto più volte). Forse per questo il compito di coordinatrice non è stato nemmeno proposto non dico a me, ma nemmeno alla granconsigliera Claudia Crivelli Barella». E non manca un attacco diretto a uno dei cinque, Nicola Schönenberger: «da alcuni anni ormai siede nel consiglio d'amministrazione dell'AIL (per il modesto compenso di 25mila e passa franchi l'anno, oltre 2'000 al mese…) e contemporaneamente nel consiglio comunale di Lugano, che non ha più il compito di vigilare sull'AIL stessa… Ma stare nel CdA di una S.A. che fa business con un giro d'affari di 300 milioni di franchi l'anno, a maggior ragione mal si concilia con l'attività di consigliere comunale – che dovrebbe essere libero da ogni possibile condizionamento». Intanto i cinque co-coordinatori, Schönenberger appunto, Bottinelli, Collura, Baig e David si sono presentati attraverso il sito dei Verdi. Come sarà la loro conduzione, serena oppure cosparsa di litigi e divisioni? Le premesse non sono certo delle migliori.
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