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29.12.2016 - 22:510
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il PS lascia solo Stojanovic?

I socialisti svizzeri non sosterranno la raccolta firme del ticinese, ritenendo che la volontà popolare è rispettata. E Righini si chiede se valga la pena tornare sul tema

BERNA - Per il momento, la raccolta firme per chiamare il popolo alle urne in merito alla legge di applicazione del 9 febbraio, lanciata da Nenad Stojanovic, non sta raccogliendo grandi consensi. Questa mattina Marco Chiesa, Consigliere Nazionale UDC, aveva espresso pubblicamente, parlando anche a nome del partito, l'opinione secondo cui andare al voto sarebbe inutile, poiché la politica federale (e l'UE) non permetterebbero di trovare una legge diversa. Molto meglio dunque raccogliere firme per disdire gli accordi bilaterali. Se uno dei partiti contrari pare dunque aver detto no, almeno a livello ticinese, anche da sinistra l'iniziativa non raccoglie consensi. Il Partito Socialista nazionale non sosterrà la raccolta firme. «La soluzione adottata in dicembre dal parlamento è a favore della manodopera indigena e fa in modo che le persone iscritte alla disoccupazione possano trovare un impiego», ha detto Géraldine Savary, vicepresidente del partito. La volontà popolare a suo avviso è rispettata. Il partito ticinese non si è ancora espresso. È presumibile che il tema sarà presto all'ordine del giorno dei vertici, in particolare del Comitato Cantonale, ma il presidente Igor Righini, interpellato da Tele Ticino, non è apparso incoraggiante. Anzi, si è chiesto se valga la pena parlare ancora del 9 febbraio, aggiungendo che l'idea è forse tardiva e che azioni del genere raramente portano a qualcosa.
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