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23.01.2018 - 17:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Un altro no per Marchesi. Caprara, "non neghiamo i problemi ma non si risolvono con un'azione di forza"

Il presidente del PLR non ha intenzione di aderire al comitato ticinese per raccogliere firme per abolire la libera circolazione. "La nostra svizzeritudine si deve vedere non solo quando fa comodo. Il tema fondamentale sono gli interessi dell'economia svizzera e dunque della popolazione"

BELLINZONA – Quando ha inviato la sua richiesta di aderire al comitato per raccogliere firme per l’iniziativa per disdire la libera circolazione delle persone, Piero Marchesi dell’UDC probabilmente si aspettava dei no. Dopo quello dei Verdi, arriva quello del PLR, con Bixio Caprara, da noi contattato.

Cosa rispondete a Marchesi?
“Ovviamente abbiamo un’opinione molto diversa, mi sembra chiaro. La questione è che non neghiamo che ci siano questi problemi sul mercato del lavoro, ci stiamo lavorando e crediamo che si sta agendo in modo corretto. Siamo consapevoli che se il Cantone ha dovuto introdurre i contratti normali di lavoro in vigore vuol dire che qualche problema a livello di pressione sui salari c’è, e sono constatati e concreti. Essi però toccano solo circa il 10% dei lavoratori in Ticino. C’è una pressione generale, in particolare vediamo una terziarizzazione del frontalierato che presenta aspetti problematici. Non pensiamo in ogni caso che la chiusura sia la soluzione. Il famoso secondo franco si ottiene grazie agli scambi con l’Europa, in particolare, e bisogna cercare di fare una valutazione complessiva della situazione. Ciò che sta facendo il Consiglio Federale, e attendiamo di vedere come vuole impostare i rapporti con l’UE, è per me giusto”.

Come molti, credete anche voi liberali che finalmente, votando sul tema, si veda da che parte vuole stare la Svizzera?
“Ben venga la votazione, permetterà di fare chiarezza. Noi sottolineiamo il fatto che si deve capire quali sono i punti negativi della libera circolazione, vanno capiti e individuati correttamente, d’altra parte vanno evidenziati quelli che sono stati i vantaggi rispetto ai bilaterali. Non dobbiamo girarci in giro, senza l’accordo di libera circolazione di bilaterali non si può parlare, anche l’Europa ha i suoi interessi da difendere e in un contesto di Brexit e simili non penso che avremo particolari sconti”

Dunque, proposta di aderire al comitato rimandata al mittente...
“Sì. Non vuol dire negare le difficoltà ma la soluzione non è questa”.

Marchesi nella sua missiva parla di un’unità cantonale a livello partitico che non vede, su questo concorda con lui? Servirebbe oppure le visioni sono talmente diverse da non permetterlo?
“A me sembra che Marchesi vuol vendere la sua merce. Non è in Gran Consiglio, lì mi pare di poter dire che determinate misure di accompagnamento, l’aumento degli ispettori e dei controlli dimostrano che c’è stata e c’è attenzione per quello che si può fare, nel rispetto delle leggi superiori. Dovrebbe saperlo, siamo svizzeri, vogliamo esserlo fino in fondo, in una nazione composta da 26 cantoni in cui c’è un diritto superiore, la nostra svizzeritudine va vista anche in questi momenti, non solo quando fa comodo”.

La lettera è una mossa elettorale?
“Ognuno fa sempre ragionamenti di questo tipo, non mi scandalizza più di quel tanto. Ciascuno fa la politica che ritiene giusta, noi vogliamo avere un discorso critico: a Berna le peculiarità del Ticino vanno spiegate con chiarezza ma in questo contesto vanno trovate soluzione condivise. Sul piano nazionale da parte dell’UDC c’è un posizionamento critico verso la politica estera. Il Consiglio Federale ha già detto che il rapporto con l’UE è problematico, non credo ci sia una volontà di genuflessione bensì una consapevolezza della difesa dell’economia svizzera. Il tema fondamentale è questo: quali sono gli interessi maggiori dell’economia svizzera e dunque della popolazione”.

Se un membro del vostro partito volesse aderire al comitato, cosa gli direste?
“Penso che sia semplicemente inopportuno,Il  la linea politica del partito è chiara. Come sempre avremo modo di discutere e di approfondire, questa è la mia posizione. Il problema vero sembra sempre che se non vuoi sottoscrivere la proposta neghi i problemi, ovviamente non è la lettura da fare. Ammettiamo che le problematiche ci sono, ma vogliamo affrontarli in un contesto di legalità tenendo conto dell’interesse generale del nostro paese. Non è con azioni di forza che si risolve tutto”.

Paola Bernasconi
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